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Rinnovo contratto scuola, da ottobre 10 euro medi netti al mese ai docenti e 6-7 agli Ata: per Meloni si ridà dignità al personale

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Anche il presidente del Consiglio si complimenta con le amministrazioni della scuola e della Pa per il rinnovo della sezione normativa e una “coda” economica del contratto di Istruzione, Università e Ricerca, sottoscritto il 14 luglio all’Aran per il periodo 2019/2021, che riguarda oltre 1.200.000 lavoratori: la premier Giorgia Meloni ha i ringraziato “i Ministri Valditara e Zangrillo per il grande impegno profuso per raggiungere l’intesa con i sindacati sul rinnovo del contratto del personale della scuola”.

Secondo Meloni quello raggiunto è “un risultato che conferma l’attenzione del Governo e rappresenta un passo in avanti significativo per restituire autorevolezza e dignità a chi è al servizio di un settore cruciale per il presente e il futuro della Nazione”.

L’incremento economico è però irrisorio

Anche il numero uno del Governo, quindi, ritiene ottimale il risultato raggiunto tra parte pubblica e sindacati rappresentativi. Se però sul versante normativo, la sezione più rilevante di questa tornata contrattuale, sono diversi i punti innovativi, va ricordato che sul fronte economico l’incremento prodotto è davvero irrisorio.

Quasi tutta la stampa ha parlato di aumenti a tre cifre (124 euro in media per i docenti con punte di 190 euro per i Dsga), ma in realtà la stragrande maggioranza di questi importi era stata già prodotta con l’accordo “lampo” del dicembre scorso.

La media degli aumenti che il personale vedrà in busta paga a seguito dell’accordo raggiunto il 14 luglio (tra l’altro con soldi interamente stanziati nella precedente legislatura), probabilmente all’inizio dell’autunno, è attorno ai 18 euro lordi mensili (gli altri 100 euro medi, più gli arretrati, erano stati infatti accrediti tra la fine dello scorso anno e l’inizio del 2023).

I veri aumenti probabilmente da ottobre

Come abbiamo avuto modo di scrivere, per i docenti ci sarà un incremento della indennità fissa Rpd nella misura di 10,30 euro per chi ha una anzianità di servizio fino a 14 anni, di 12,70 per chi ha una anzianità compresa fra i 15 e i 27 anni e di 16,10 euro per chi supera i 27 anni di anzianità.
Per il personale Ata ci si ferma a 6-7 euro di aumento, mentre l’incremento più importante riguarda i Dsga ai quali spetteranno altri 60 euro mensili.
Il contratto prevede anche un compenso “una tantum” per tutti, 63,84 euro per i docenti e 44,11 per gli Ata.