Nel pomeriggio di ieri, 14 luglio 2023, è arrivata finalmente la firma sul rinnovo del contratto 2019-21. Una trattativa lunga e complessa, ma che alla fine ha visto la firma da parte di tutti i sindacati, ad eccezione della Uil Scuola. Ecco le varie reazioni successive alla firma:
“Sul piano salariale, considerati gli aumenti già percepiti con l’accordo economico del dicembre 2022 e le ulteriori risorse distribuite con il contratto appena firmato, l’incremento stipendiale medio tra i diversi settori oscilla tra il 5% e il 7%. È positivo – sottolinea la dirigente sindacale della Flc Cgil – che siano state ricondotte nell’alveo contrattuale tutte le materie introdotte per legge, neutralizzando così l’invadenza normativa su salario e orario, che devono essere oggetto esclusivo della contrattazione. Ad esempio, per la scuola, il contratto integrativo nazionale sulla mobilità individuerà le modalità per superare il blocco triennale dei trasferimenti e sarà consentito ai docenti e ai DSGA neo assunti la possibilità di chiedere l’assegnazione provvisoria”.
Per Fracassi: “Un significativo avanzamento riguarda i diritti dei lavoratori precari della scuola, per i quali è stata stabilita la possibilità di usufruire di 3 giorni di permesso retribuito come già avviene per il personale di ruolo. In tutti i settori vengono inoltre estesi i congedi per le donne vittime di violenza.”
“Finalmente viene riformato l’intero ordinamento del personale ATA della scuola: si introduce la nuova figura di ‘elevata qualificazione’ e si spiana la strada alla soluzione del problema dei DSGA Facenti Funzione.”
“Un grande lavoro di negoziazione, equilibrio e coerenza – scrive Ivana Barbacci in un suo tweet – per rispondere alle aspettative di tutto il personale della Scuola, dell’Università e della Ricerca. Lavorare per la firma di un CCNL che riguarda più di un milione di persone è compito difficile e di alta responsabilità, la CISL ha sempre avuto come obiettivo il risultato“. “Come sempre – aggiunge a caldo subito dopo la firma la Barbacci -, ci sono momenti nei quali, in una trattativa complessa perché a più voci e rivolta a un comparto estremamente articolato in ogni settore, occorre far prevalere la capacità di mediazione tra attese diverse e non soltanto le proprie esigenze di immagine: uno stile al quale ancora una volta si è attenuta in modo scrupoloso nel suo operato la delegazione CISL Scuola, Università e Ricerca. Chi vuole e sa guardare al risultato nel suo complesso, puo rendersi conto di quanto sia stato positivo il lavoro compiuto, nell’interesse di tutto il comparto e di ciascuno dei tanti profili che lo compongono, tutti meritevoli di attenzione, mai da considerare o peggio ancora da porre in conflitto l’uno contro l’altro“.
La Federazione Gilda Unams ha firmato ritenendo di avere ottenuto, nella ristrettezza delle risorse finanziarie, importanti affermazioni normative tra le quali: il rinvio a sequenza contrattuale delle sanzioni disciplinari per i docenti, che prevedevano un rafforzamento dei poteri del dirigente scolastico; il riconoscimento dei 3 giorni di permesso retribuito per i precari; la residuale tranche di aumenti; la retribuzione della formazione; la possibilità di effettuare riunioni a distanza se non deliberative, comprese le ore di programmazione della primaria.
“In sintesi – dichiara Rino Di Meglio – abbiamo ottenuto dei risultati apprezzabili, considerando la base di partenza. Ora, però , bisogna aprire subito la trattativa per il CCNL 2022-24 già scaduto.”
“La firma della seconda parte del contratto arriva dopo un confronto serrato che ha visto prima chiedere ai ministri competenti di rimettere alcune risorse economiche destinate per legge ai contratti poi convincere il tavolo sulla possibilità di distribuire in maniera equitativa le poche risorse disponibili per un triennio che è passato da due anni, il 2019/2021. Ma qualcuno si chiede in che cosa Anief ha contribuito a cambiare questo contratto rispetto alla bozza iniziale? In tanti punti, certo potevamo fare di più ma prima non c’eravamo. Esempio posizione economiche? Bloccate da 12 anni. Oggi le raddoppiamo e semplifichiamo le nuove selezioni. Permessi retribuiti ai precari? Siamo riusciti a fare pagare tutti e tre i giorni rispetto a ipotesi iniziale di due. Indennità DSGA? Da 6 euro mensili l’abbiamo portati a 60 euro mensili. Avevamo chiesto 300 euro e menomale. Oggi abbiamo consentito di prendere anche i compensi del MOF preclusi da anni. E per i docenti? Abbiamo fatto aumentare per tutto il personale i compensi, per lo straordinario dal 3,90% di aumento al 10%. Abbiamo rimesso alla contrattazione integrativa la possibilità che voleva essere preclusa di fare riunione collegiale online. Abbiamo esteso i mesi di congedo delle donne vittime di violenza”, ha affermato Pacifico.
“Abbiamo lavorato fino all’ultimo momento, in tutti i modi, per introdurre modifiche nelle parti che riteniamo lesive dei diritti del personale. Tra i punti più controversi: il nodo politico sulla mobilità, la mancata valorizzazione del personale Ata, la precarizzazione del lavoro delle segreterie, l’assenza di riferimenti alle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali, che non convince.
I Contratti nazionali di lavoro si sottoscrivono perché sono migliorativi rispetto al testo precedente e non è questo il caso. È stata una decisione difficile – commenta il segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, subito dopo la mancata firma della Uil Scuola Rua del contratto nazionale, parte normativa.
Nel contratto che ci è stato presentato restano molte questioni aperte e non risolte – osserva il Segretario – resta il nodo politico della mobilità. È evidente che, se un contratto si sottopone ai vincoli di legge, perde la sua natura pattizia e ha poca ragione di esistere.
Nell’impianto normativo del contratto vengono implementate ulteriormente le mansioni di tutto il personale ATA. Una inaccettabile ulteriore attribuzione di ruoli per cui i collaboratori scolastici, gli assistenti amministrativi e i Dsga – già oberati di incombenze a volte estranee alle loro mansioni, mette in evidenza D’Aprile — saranno soggetti ad ogni tipo di lavoro con riferimenti generici alla formazione senza che essa venga imputata a carico dell’Amministrazione.
Risulta precarizzata la figura dell’ex DSGA e degli ex assistenti amministrativi facenti funzione con l’attribuzione di incarichi triennali che – ricorda D’Aprile – abbiamo fortemente contestato per il personale docente nella Legge 107/15. Nonostante il MEF abbia autorizzato di bandire i concorsi ordinari.
Il tutto in cambio di una irrisoria valorizzazione economica che assolutamente non trova riscontro con i carichi di responsabilità e di lavoro del personale, falcidiato negli anni passati da politiche di tagli lineari e non razionali.
“L’accordo raggiunto tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e le Organizzazioni Sindacali del comparto istruzione sul rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Comparto Istruzione, Università e Ricerca 2019/2021 è un ulteriore importante segnale dell’attenzione di questo Governo per il mondo della scuola. L’accordo rimette al centro docenti e personale Ata, valorizzando il loro ruolo e la loro professionalità. Sul piatto, progetti, risorse e impegno per dare sempre più valore al mondo della scuola, per fornire risposte concrete al personale, agli studenti e alle famiglie.” Lo dichiara la Senatrice dì Fratelli d’Italia Ella Bucalo, membro della commissione cultura del Senato e responsabile della Scuola del partito.
In realtà c’è poco da festeggiare perché a due anni di distanza quasi tutte le sigle sindacali sottoscrivono un CCNL che conferma una struttura complessivamente vecchia, non coerente alla complessità della moderna scuola autonoma e difforme al dettato costituzionale dell’Art. 36 della Costituzione italiana.
Nel dettaglio, ANCODIS fa rilevare che continuano a mantenersi delle gravi anomalie sia di ordine giuridico che economico.
L’assenza di una visione contrattuale che valorizzi la professione docente con nuovi criteri coerenti con la complessità della scuola autonoma ci appare conseguenza di una miopia politico-sindacale che non tiene conto di TUTTI i suoi punti di forza, dentro e fuori gli ambienti di apprendimento.
L’anzianità di servizio resta l’elemento di differenziazione contrattuale, dimenticando il valore dell’assunzione di incarichi connessi al funzionamento organizzativo e didattico della scuola e la conseguente formazione specifica.
Non si è voluta porre attenzione all’importante lavoro sviluppato da oltre 100000 donne e uomini fondamentale per lo sviluppo qualitativo dell’offerta formativa degli alunni e per l’efficienza dei servizi per la comunità scolastica.
Non si è voluto procedere all’individuazione di una nuova area professionale aperta ai collaboratori del dirigente scolastico e alle figure di sistema: infatti, il tema della governance scolastica con l’attuale precarizzazione delle figure di sistema è stato colpevolmente omesso!
Non si è voluto istituire un Fondo integrativo al MOF dedicato ai docenti impegnati nel funzionamento organizzativo e didattico che nella scuola dell’autonomia concorrono – in collaborazione al dirigente scolastico e spesso anche a supporto dei servizi amministrativi – alla costruzione e alla progettazione dell’offerta formativa e sono soggetti protagonisti (non comparse!) nel funzionamento organizzativo e didattico, si distinguono dagli altri docenti per l’assunzione di deleghe e di responsabilità, si occupano di progettare idee, di programmare i tempi, di monitorare i processi, partecipano nelle sedi formali ed informali al confronto, alla verifica e alla valutazione”.
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