Il contratto della scuola è fermo all’accordo siglato nel 2007 ed è scaduto dal 2009. Un contratto che è stato svuotato nella sua essenza e che ha perso la sua identità.
È da un settennio che stiamo assistendo ad una destrutturazione contrattuale studiata nei minimi particolari. Le leggi di riforma scolastica , di riforma della pubblica amministrazione e le varie leggi di stabilità, hanno abrogato parti sostanziali del contratto della scuola. Il contratto collettivo nazionale della scuola è stato toccato duramente anche dal punto di vista economico.
Ricordiamo i continui blocchi degli scatti di anzianità, restituiti solo in parte , e il riconoscimento economico dell’incremento della vacanza contrattuale. Una vacanza che ormai ha superato i limiti della decenza, per il semplice fatto che sta per iniziare il terzo triennio di vuoto contrattuale.
Eppure nel giugno scorso è arrivata una chiara sentenza della Consulta, che definisce illegittimo questo reiterato blocco del contratto. I sindacati stanno chiedendo con insistenza al Ministro Giannini di avviare immediatamente il confronto per il rinnovo del contratto.
Verrebbe da dire: “Se non ora quando?”.
La Flc Cgil già entro questo mese di settembre intende aprire il confronto per il rinnovo del contratto nazionale scaduto da anni. Il sindacato di via Leopoldo Serra, in assenza di risposte da parte del Miur avrà un motivo in più per aderire allo sciopero unitario di tutto il pubblico impiego. La Flc Cgil osserva che con la sentenza della Corte costituzionale il Governo è tenuto a rinnovare i contratti. Anche la Gilda insegnanti attraverso Rino Di Meglio afferma: “La legge sulla “cattiva scuola” è passata, ma la nostra lotta non si ferma perché continueremo a batterci per il rinnovo del contratto, bloccato da 7 anni, e per cancellare con le azioni legali i punti peggiori della riforma. Perciò a ottobre scenderemo in piazza per una manifestazione unitaria”.
In buona sostanza il contratto della scuola va rinnovato con assoluta urgenza. Inoltre, poiché è stata annunciata, dal Presidente del Consiglio Renzi, una legge di stabilità di 27 miliardi di euro, sarà semplice trovare le giuste e doverose risorse finanziarie per chiudere un buon contratto per gli insegnanti e per tutto il personale scolastico. D’altronde ad una legge di riforma chiamata la “Buona Scuola” deve corrispondere necessariamente un rinnovo contrattuale chiamato “Buon contratto”.
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