Con un ritardo di oltre due anni dalla scadenza del contratto scuola 2016-2018, si arriva all’ARAN l’atto di indirizzo della Ministra Azzolina e filtrano le prime dichiarazioni sulle cifre che sono state calcolate per il comparto scuola.
Secondo l’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), che ha il compito di dividere tra i vari comparti le risorse messe a disposizione nella legge di bilancio 2021 per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione, i docenti delle scuole italiane otterranno un aumento che si aggira sui 92 euro lordi medi mensili, comprensivi dell’indennità di vacanza contrattuale e dell’elemento perequativo previsto già nel CCNL 2016-2018.
La cifra di incremento stipendiale dei docenti di 92 euro lordi, comporterà un aumento netto nel cedolino di poco meno di 60 euro al mese.
Abbiamo sentito il Segretario Generale della Flc Cgil Francesco Sinopoli sul problema del rinnovo del contratto scuola e i dati calcolati dall’ARAN in seguito all’atto di indirizzo inviato dalla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina all’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni. Il sindacalista della Flc Cgil, ci ha rilasciato una battuta sull’argomento affermando che le risorse per l’aumento degli stipendi dei docenti e del personale della scuola sono non sufficienti, bisogna investire sui salari anche con il Recovery plan. La Flc Cgil, continua Sinopoli, aprirà il confronto con lavoratrici e lavoratori su contenuti piattaforma.
Pino Turi della UIL Scuola sostiene che la narrazione abbia preso il sopravvento sulla realtà è cosa nota, ma sui numeri non scherziamo, prima il ministro ha cercato di contrabbandare la riduzione del cuneo fiscale come aumento retributivo, poi l’Aran ha pubblicato le cifre degli aumenti del personale pubblico, con grande spolvero, parlando di 109 euro.
Un modo per mettere sempre ed ancora il personale prima eleveto al rango di eroi e poi a quello di egoisti garantiti.
L’Aran ha omesso però di dire due cose:
1) che si tratta di un aumento medio lordo che non distingue tra comparto e dirigenza; 2) che l’elemento perequativo è già in pagamento, in pratica già erogato.
Pertanto, prosegue Pino Turi, per la grande maggioranza dei dipendenti pubblici l’aumento sarà di qualche decina d’euro netti.
Del resto, basta vedere le risorse messe in finanziaria: ammontano a circa 3,4 miliardi andrebbero aggiunti i 500 milioni annunciati dal governo, così le risorse disponibili salirebbero a 3,9 miliardi. Sono compresi circa 500 milioni della indennità di vacanza contrattuale, i 300 milioni della parte perequativa, poi vanno levate le risorse per le forze armate.
A conti fatti siamo intorno a 40/50 euro lordi.
Infine, conclude il Segretario Generale della Uil Scuola, con i metodi di calcolo che abbimo più volte contestato che calcolano la percentuale sulla massa salariale, applicato al comparto “povero” della scuola, allarga la forbice retributiva tra i lavoratori pubblici.
Dai dati della Regionaria la scuola è il fanalino di coda delle retribuzioni pubbliche, altro che equiparazione alle retribuzioni europee. Dimeticavo il tutto sul triennio.
I tempi per il rinnovo del contratto scuola 2019-2021 andranno, molto probabilmente, da febbraio ad aprile 2021, ma, a sentire i sindacati, la chiusura di questo rinnovo non sarà cosa semplice alle condizioni annunciate dall’ARAN.
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