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Rinnovo contratto scuola, Valditara al Senato: “Aumenti pari al 5,4% a regime, primi anticipi già nel 2025”

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Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è intervenuto oggi, 5 dicembre, alle ore 15,00, al question time al Senato insieme agli altri ministri Nordio e Crosetto.

Le parole di Valditara

Ecco le parole del numero uno di Viale Trastevere in risposta ad una interrogazione di Mando (Pd): “Voglio rimarcare l’operato del Governo che anche nella Manovra ha destinato risorse per il sistema scolastico. Rispetto al 2024 c’è per il Mim un notevole incremento per il prossimo anno, pari a 4,6 miliardi, +8,9%”.

“Per il rinnovo del contratto collettivo 2022/2024 abbiamo ottenuto un ulteriore aggiustamento fino ad arrivare ad un 6% di aumento. Con il taglio del nucleo fiscale tutto il personale godrà di benefici. Per la prima volta sono state stanziate risorse per il 2025/2027 pari a un miliardo per il 2025, 3 miliardi per il 2026, 5 miliardi dal 2027. Con queste risorse si avranno aumenti per il personale della scuola pari al 5,4% a regime, superiore all’inflazione programmata, con primi anticipi già nel 2025”.

“Nel disegno di bilancio è istituito un fondo per la valorizzazione del sistema scolastico. Si tratta di risorse nuove per l’avvio di un piano importante di stabilizzazione di docenti di sostegno, per assumere un numero di docenti superiore ai tagli di organico attualmente previsti. Stiamo verificando anche la possibilità di rimodulare i tagli di organico attualmente presenti, valutandone le effettive conseguenze. Tagli che in ogni caso sono inferiori in termini assoluti a quelli effettuati dal ministro Bianchi”.

Contratto scuola, rinnovi sempre in ritardo: perché?

Comesi giustifica questo continuo ritardo della stipula dei contratti collettivi nazionali della scuola? A rispondere, nel corso della diretta della Tecnica risponde live di mercoledì 23 ottobre 2024, Gianluigi Dotti dell’esecutivo della Gilda degli Insegnanti

“Partirei con un’indicazione proprio da insegnante, un’assenza ingiustificata, io la chiamerei così se fossimo in classe, quella dei governi di questi ultimi anni rispetto al contratto, un’assenza ingiustificata perché in effetti non è l’unico governo questo in ritardo, noi stiamo appunto discutendo di un rinnovo contrattuale che non è ancora partito ma che è già al termine del triennio quindi stiamo in una situazione di sofferenza dal punto di vista economico tanto per incominciare, naturalmente questo governo non è il primo, gli anni peggiori li abbiamo avuti dal 2009 al 2018 in cui ci fu addirittura un triplo triennio nel quale abbiamo saltato il contratto, è evidente che è un’assenza appunto ingiustificata”.

“In questi ultimi tre anni, dal 2022 al 2024, noi abbiamo avuto un’inflazione che si è attestata tra il 15 e il 16%, quindi il potere di acquisto dei salari degli insegnanti che sono già tra i più bassi della pubblica amministrazione, hanno perso ulteriore potere d’acquisto”.

“La perdita del potere d’acquisto non è stata compensata né dal contratto precedente, quello del 19-21 e neppure da quella che è stata quella quell’anticipazione che è stata fatta dell’indennità di vacanza contrattuale moltiplicata per sei della fine dell’anno scorso. Quindi partiamo da questo elemento che si innesta su una situazione già di per sé problematica, gli insegnanti sono meno pagati della pubblica amministrazione a parità di titoli naturalmente e anche il sistema di rinnovo dei contratti che si è assunto in queste ultime tornate contrattuali ha peggiorato la situazione stipendiale degli insegnanti perché si è andati nella pubblica amministrazione a un rinnovo dei contratti su base percentuale, ma è evidente che se la base di partenza è 100 e l’aumento appunto contrattuale si fa in percentuale base di partenza degli insegnanti che è inferiore rispetto a degli altri dipendenti della pubblica amministrazione, il rinnovo del contratto non solo non andrà a sanare questa differenza ma amplierà la forbice”.

“Quindi saremo sempre peggiori pagati rispetto alla pubblica amministrazione, per questo che si rivendica in questa tornata contrattuale non un rinnovo percentuale ma una percentuale maggiore per la scuola, per gli insegnanti e per andare a coprire questa differenza che si è creata n nel corso degli ultimi anni”.