Per quanto riguarda il contratto scuola, nelle ultime settimane è stato annunciato più volte il primo incontro per aprire il tavolo di dialogo, a partire dall’accordo del 30 novembre 2016, firmato dai sindacati e dal Miur. Tuttavia, alla data attuale, non c’è nessuna data di inizio lavori e non è del tutto improbabile che la trattativa possa iniziare dopo Natale.
Abbiamo visto che il coordinatore nazionale Gilda degli insegnanti, Rino Di Meglio, ha voluto fare chiarezza in merito, sottolineando come l’accordo, almeno per il momento, è solo economico e non va ad intaccare la parte normativa.
Anche Pino Turi, segretario nazionale Uil Scuola, parla del contratto, sottolineando che per quanto riguarda la parte economica, “di per sé insufficiente, assistiamo alla guerra sui numeri messa in piedi dalla solita burocrazia arrogante che usa i numeri per fare politica”.
“A noi i conti non tornano: trasformare in percentuale l’aumento medio degli 85 euro, indistintamente su tutti i comparti – fa notare Turi – avvantaggia i comparti con le retribuzioni più elevate, in contrasto con l’accordo del 30 novembre che prevede la riduzione della forbice retributiva e la valorizzazione dei livelli retributivi che più hanno sofferto la crisi economica ed il blocco della contrattazione che, come è noto comprendono la scuola che rappresenta il fanalino di coda nelle retribuzioni dei dipendenti pubblici.”
Il segretario Uil Scuola ammette che “nessuno può pensare che gli 85 euro possano rappresentare il recupero di ciò che è stato sottratto dai governi in questi dieci anni. Ma pensare di ridurlo ancora, equivale ad una provocazione per il personale della scuola a cui non potremo che rispondere adeguatamente con azioni di mobilitazione”.
Turi mette in chiaro che nessuna forza di governo potrà rinunciare al confronto con il mondo della scuola e per farlo è necessario rinnovare il contratto bloccato dopo 10 anni: “Un rinnovo atteso e necessario per il quale ci vuole la firma dei sindacati di categoria. Cosa non scontata, se non si rispetta la lettera e la sostanza dell’accordo del 30 novembre”.
In conclusione, la famosa risoluzione “presto e subito”, sembra proprio essere un miraggio per il contratto scuola.
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