A fronte di meno di 50 euro netti in busta paga, i dipendenti pubblici ne perderanno altrettanti per il mancato adeguamento dell’indennità di vacanza contrattuale, mentre i dirigenti scolastici si ritroveranno addirittura 200 euro in meno. Questo è il motivo per cui Anief diffida i sindacati rappresentativi a firmare il rinnovo contrattuale a queste condizioni. Visti i vantaggi economici ridotti al minimo, sarebbe molto più opportuno intervenire presentando ricorso in tribunale, in modo da ottenere il maltolto e quanto la legge prevede: l’allineamento stipendiale al 50 per cento dell’inflazione. Un’integrazione che, come ha detto la Consulta, va applicata anno dopo anno, mese dopo mese, a partire da settembre 2015.
E Anief aggiunge: se calcoliamo un reddito medio di 1.500 euro, l’aumento che va applicato ammonta a 105 euro. Quelli che, da oltre 20 mesi, il personale della scuola dovrebbe vedersi assegnati. E il doppio ai dirigenti scolastici, il cui stipendio tabellare rimane invece dimezzato rispetto ai colleghi del comparto privato. Per questi motivi abbiamo deciso di ricorrere, piuttosto che cedere a delle lusinghe davvero ridicole, rispetto a un contratto ancora una volta sottoscritto sulla pelle dei lavoratori pubblici.
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Il prossimo rinnovo contrattuale non cambierà molto la situazione stipendiale di stallo che i dipendenti pubblici vivono da ormai otto anni: i 2,8 miliardi di euro in arrivo, attraverso il Documento di economia e finanza per il 2017, in buona parte destinati proprio ai rinnovi 2016-2018 del contratto della Pubblica Amministrazione, rappresentano infatti una cifra fortemente più bassa rispetto a quella attesa. Così come non bastano gli oneri previsti, sempre nel Def, per il prossimo rinnovo: 2,3 miliardi di euro per il 2019 e 4,6 per il 2020.
Anief spiega: “se calcoliamo un reddito medio di 1.500 euro, l’aumento che va applicato ammonta a 105 euro. Quelli che, da oltre 20 mesi, il personale della scuola dovrebbe vedersi assegnato. Il doppio ai dirigenti scolastici, il cui stipendio tabellare rimane invece dimezzato rispetto ai colleghi del comparto privato”.
Gli ultimi dati Aran ci hanno detto che nella Pubblica Amministrazione sono proprio gli assistenti amministrativi, i tecnici e gli ausiliari della scuola che percepiscono mediamente meno di 22mila euro di media lordi annui; queste cifre diventano imbarazzanti quando si scopre che la retribuzione dei dirigenti di prima fascia delle Agenzie fiscali raggiunge i 220mila euro annui. Non crediamo che possa essere giustificato un gap retributivo così mastodontico, con i secondi che beneficiano di una busta paga dieci volte maggiore del personale non docente.
I docenti della scuola pubblica non raggiungono quota 30mila euro medi annui: basta dire che un docente d’infanzia e primaria neo-assunto prende 1.262,39. E lì rimarrà fermo per otto anni, qualora non avesse svolto supplenze. Ma sono tutti gli insegnanti italiani a ricevere un trattamento analogo a quello degli impiegati: stiamo attorno ai 1.400 euro, al massimo 1.500 euro, di media al mese.
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