Non tutti i dipendenti del pubblico impiego dovranno attendere l’autunno, come quelli della scuola, per vedere rinnovare il contratto di lavoro: nella tarda serata del 15 giugno, è stata infatti sottoscritta l’ipotesi di rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei 545 mila dipendenti della sanità pubblica (comparto sanità), dagli infermieri ai radiologi al personale amministrativo, oltre, tra gli altri, ostetriche e ricercatori. L’accordo prevede un aumento minimo medio lordo mensile è di 90 euro ed una serie di novità normative: una somma (tutto sommato modesta, pari a meno di 50 euro netti, che non raggiunge nemmeno le fatidiche ‘tre cifre’ lorde) assai vicina a quella prevista per il comparto Istruzione, che per fine 2022 inizio 2023 verrà assegnata anche a docenti e Ata.
A ben vedere, come per il comparto Istruzione, il contratto sottoscritto è già scaduto, poiché copre il periodo 2019/202. A sottoscriverlo sono state le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Nursind e Nursing Up che esprimono “grande soddisfazione per un risultato importante e atteso da tempo”.
“Con questo rinnovo, a fronte delle risorse stanziate dal governo, riconosciamo salario, diritti e tutele a lavoratrici e lavoratori che in questi anni difficili hanno affrontato l’emergenza pandemica garantendo la tenuta del Servizio sanitario nazionale e la salute dei cittadini”.
Per i sindacati il contratto “rappresenta un punto di partenza per un effettivo rilancio del Servizio sanitario, che dovrà passare adesso da maggiori risorse e da assunzioni stabili“.
Le trattative per il rinnovo del contratto per il successivo triennio 2022-2024 saranno avviate a breve.
“Siamo soddisfatti per la definizione di un contratto importante, dopo una trattativa difficile, che le lavoratrici e i lavoratori aspettavano si sbloccasse da tempo”, ha commentato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
“Si apre una stagione nuova per il riconoscimento del lavoro nella sanità pubblica del nostro paese. Il contratto è un diritto riconquistato, ora ci aspettiamo un grande investimento nell’occupazione e nel Servizio sanitario nazionale”.
“Dopo anni difficili, durante i quali il personale del sistema sanitario nazionale ha affrontato l’emergenza pandemica pagando un costo enorme, arriva il primo giusto e necessario riconoscimento sia sul versante economico che sul versante dei diritti”, ha concluso Landini.
Sono diverse, dicevamo, le novità contenute nel nuovo contratto, alcune delle quali (come lo smart working, nuove professionalità e più permessi) dovrebbero trovare spazio anche nel Ccnl del comparto Istruzione, per il quale è previsto un incontro il prossimo 28 giugno.
. Il sindacato Fp-Cgil ha realizzato una scheda sui principali punti innovativi introdotti:
– RIFORMA DELL’ORDINAMENTO PROFESSIONALE E NUOVO SISTEMA DI CLASSIFICAZIONE: “una rivoluzione che semplifica il sistema delle responsabilità e delle competenze per Sanitari, Sociosanitari, Tecnici Amministrativi, Arpa, Irccs e Izs”.
– NUOVO SISTEMA DEGLI INCARICHI: “per dare maggiore valorizzazione delle professionalità espresse dai lavorator”.
– DIFFERENZIALI STIPENDIALI: “in sostituzione del precedente modello delle fasce, ciò consente di valorizzare l’esperienza, di aumentare il valore economico stipendiale”.
– MIGLIORAMENTO E QUALIFICAZIONE DEL SISTEMA INDENNITARIO E RAFFORZAMENTO DELLE RELAZIONI SINDACALI: “con lo spostamento di materie significative in contrattazione anche di secondo livello”.
– REGOLAMENTATO IL RICORSO AL LAVORO AGILE E LAVORO DA REMOTO NELLE SUE ARTICOLAZIONI. MIGLIORATE SENSIBILMENTE LE MODALITÀ DI FRUIZIONE DI PERMESSI E CONGEDI: “previsti dal Ccnl e da disposizioni di legge”.
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