“Ho la certezza di aver spinto per i rinnovi contrattuali e questa spinta ha prodotto risultati buoni sotto diversi profili”: dirlo ai sindacati è stata la ministra della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, nel corso dell’incontro del 13 novembre allestito a Palazzo Vidoni per avviare la trattativa sul rinnovo del contratto del pubblico impiego.
Rispetto alle risorse stanziate in manovra per la contrattazione nel triennio 2019-2021 (4,3 miliardi) “se fate riferimento al passato – ha detto la Bongiorno – questo risultato è positivo”.
La ministra, secondo quanto riferito da fonti presenti al tavolo e riportato dall’Ansa, si è detta “orgogliosa del lavoro fatto da questo governo in materia di assunzioni. È indubbio che abbiamo ereditato i ritardi del passato, questo va tenuto in conto ma non deve essere considerato una giustificazione visto che ad oggi ci siamo noi”.
“Teniamo in grande considerazione le vostre posizioni, siete i nostri interlocutori – ha affermato ancora rivolgendosi ai sindacati – e da voi mi aspetto un aggiornamento concreto che valuti il lavoro fatto e che stiamo facendo e non orientato ad alzare continuamente l’asticella della trattativa. È chiaro che si può fare sempre di più e lo faremo, ma sono convinta che quanto ottenuto ad oggi sia altamente positivo”, riferendosi alla legge di bilancio.
Considerazioni un po’ diverse giungono dai sindacati.
“È positiva la ripartenza del confronto sul pubblico impiego. C’è una prima posta che non consente però un rinnovo contrattuale al pari del triennio scorso (chiuso con un aumento del 3,48% con gli 85 euro, contro un 2% ad oggi ipotizzabile). Le risorse non sono sufficienti”, ha detto il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga. “Bene il turnover ma da solo non basta”, ha aggiunto.
“Abbiamo manifestato la nostra insoddisfazione sia rispetto alle risorse per i prossimi rinnovi contrattuali sia al piano assunzioni”, ha detto la segretaria generale della Fp-Cgil, Serena Sorrentino.
Le risorse stanziate nella legge di Bilancio per il triennio 2019-2021 (4,3 miliardi di euro in totale) “sono al di sotto del triennio contrattuale scorso e sono appostate per varie voci. Sul salario resta davvero pochissimo: sono al di sotto della metà degli 85 euro dei passati rinnovi e questo è per noi inammissibile”, ha sottolineato. Sorrentino ha anche rilanciato la necessità di un “piano straordinario di assunzioni nella Pubblica amministrazione, che vada oltre lo sblocco del turnover”.
“La coperta rimane corta per tenere insieme le assunzioni e i rinnovi contrattuali”, ha fatto sapere la Confederazione generale sindacale, sottolineando “il nodo delle scarse risorse sul piatto“.
“Le somme indicate nel disegno di legge sono simili a quelle stanziate dal governo Renzi nel 2016 dopo che la Corte costituzionale stabilì l’illegittimità del congelamento dei rinnovi contrattuali. Non vorremmo trovarci di nuovo – ha aggiunto la Cgs – a dover aspettare altri due anni per avere uno stanziamento integrativo idoneo a consentire l’avvio delle trattative”.
Nel settore della scuola, università e ricerca, gli stipendi rimarranno al palo, con solo poche unità di euro di effettivo aumento: “la speranza è che la promessa del vicepremier Luigi Di Maio di reperire nuovi fondi anche per aumentare gli stipendi degli insegnanti non resti tale. Un passo nella giusta direzione – suggerisce la Confederazione – sarebbe, ad esempio, quello di destinare i fondi del bonus merito, stanziati dalla legge 107/2015, per recuperare almeno lo scatto di anzianità del 2013”.
La delegazione Cisal, guidata dal segretario confederale Marcello Pacifico e dai segretari di Federazione Francesco Garofalo e Fulvio Ferrazzano, ha dato atto al ministro Bongiorno “dell’impegno profuso per gli stanziamenti previsti per il prossimo triennio contrattuale”, tuttavia “le disponibilità non consentono un adeguato recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni dei dipendenti pubblici che scontano il gap dei lunghi anni di blocco contrattuale. Gap che il contratto vigente non ha sanato nè dal punto di vista economico, nè come danno sugli aspetti previdenziali”.
“Altro elemento sul quale la delegazione Cisal ha richiesto un intervento è la stabilizzazione del personale precario con 36 mesi di servizio, che continua ad essere contrattualizzato a tempo determinato”.
Pacifico, che è anche presidente Anief, ha fatto notare che “da un’analisi della relazione tecnico-contabile, ora all’esame della Camera, sono emerse delle incongruenze sulla platea dei soggetti destinatari degli aumenti dell’indennità di vacanza contrattuale (previsti solo per la metà dei dipendenti della Pa) e dei fondi stanziati (appena 300 milioni sul miliardo di copertura) che pongono seri dubbi sulla copertura finanziaria degli aumenti previsti anche per il solo 2019”.
Sulla manovra, la Uil parla di “giudizio positivo”, perché “in momenti così difficili” è “stato mantenuto l’impegno di prevedere risorse per i rinnovi contrattuali, che potrebbero far aprire le trattative, anche se non sono sufficienti per concludere i contratti 2019-2021”.
I rappresentanti della Uil al tavolo, il segretario confederale Antonio Foccillo ed i segretari generali di Uil-Pa, Uil-Fpl e Uil Scuola, Nicola Turco, Michelangelo Librandi e Pino Turi, hanno valutato “positivamente il fatto di aver previsto le risorse per la perequazione. Bene, inoltre, anche la volontà di coprire il 100% del turnover, ma va previsto un piano straordinario per sopperire alle carenze del passato blocco”.
Inoltre, sostengono, “devono essere liberate le risorse per rilanciare la contrattazione di secondo livello modificando l’art 23 della 165/2001. Necessario, poi, completare i rinnovi della dirigenza e concludere le trattative delle commissioni paritetiche sul nuovo inquadramento”.
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