Un grande appuntamento di democrazia che basterebbe da solo a fare giustizia di qualche infelice battuta sulla rappresentatività del sindacato. Al nostro premier vorremmo ricordare che nel 2012 partecipò al voto l’80% del personale scolastico, che si espresse a larghissima maggioranza di consensi (oltre il 70%) per le organizzazioni confederali. Le stesse organizzazioni che ieri sono state invitate a “farsi eleggere” (da chi eletto non è) per avere il diritto di trattare.
Le elezioni RSU sono un evento di grande significato e valore, un’occasione preziosa che il sindacato ha di rinsaldare la sua presenza diffusa e capillare sui luoghi di lavoro; ma è soprattutto la disponibilità di tanti lavoratori ad assumere direttamente ruoli di rappresentanza e di contrattazione a farne un momento di democrazia autentica e partecipata.
La campagna per il rinnovo delle RSU si avvia mentre è in atto una mobilitazione della categoria che rivendica la giusta attenzione da parte di una politica prodiga di parole e avara di fatti. Investire su scuola e formazione, valorizzare il lavoro del personale docente, ata e dirigente sono esigenze alle quali da troppo tempo non si dà risposta. All’aggravio dei carichi di lavoro fa riscontro il congelamento delle retribuzioni e in qualche caso (personale ata e dirigenti) la loro decurtazione.
L’ipotesi contenuta nel disegno di legge di stabilità, di rinnovare i contratti per la sola parte normativa, suona per questo come una vera e propria provocazione.
Vogliamo un rinnovo contrattuale vero, che affronti e risolva da subito un’emergenza retributiva non più rinviabile, dando nel contempo alle scuole le risorse indispensabili a sostenere un’offerta formativa efficace e di qualità, anche attraverso la contrattazione d’istituto che resta per noi un fattore decisivo per “incrementare l’efficacia e l’efficienza del servizio”, esplicitamente richiamati nel nostro contratto come obiettivi delle relazioni sindacali.
Per una valorizzazione del lavoro nella scuola, e nell’intero settore pubblico, attraverso una politica mirata di investimento e il rilancio della contrattazione, saremo in piazza l’8 novembre, a Roma; il primo atto di una mobilitazione che sollecita da parte del governo attenzione e disponibilità a un confronto vero.