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Rinnovo Rsu, si allarga il popolo che chiede lo slittamento

Il rinnovo delle Rsu della scuola continua ad essere contrassegnato da polemiche, ripensamenti e posizioni contrapposte: a tre mesi dalla data fissata dall’Aran, il 5, 6 e 7 marzo 2012 (presentazione delle liste entro l’8 febbraio), si sta infatti costituendo un silenzioso, per ora, “popolo” dei contrari. Un raggruppamento che auspicherebbe, quindi, uno slittamento delle elezioni dei rappresentanti sindacali a fine 2012.
Da qualche giorno una parte degli addetti ai lavori – con in testa i dirigenti scolastici -, ma anche esponenti sindacali e di associazioni di settore hanno dichiarato le loro perplessità verso la formulazione di un sistema elettorale destinato ad eleggere dei rappresentanti che, in buona percentuale, decadranno dopo alcuni mesi. Il dimensionamento approvato l’estate scorsa dal governo, e rettificato con parametri ancora più restrittivi attraverso la legge di Stabilità, ultimo atto della IV legislatura Berlusconi, prevede infatti che gli istituti più piccoli (in particolare sotto i 300 alunni) vengano soppressi e quelli fino a 600 iscritti che accorpati. Come se non bastasse, verranno costituite in un’unica sede – i cosiddetti istituti comprensivi – le scuole materne, elementari e medie limitrofe.
Ciò comporterà, come prima conseguenza, la decadenza immediata di migliaia di rappresentanze sindacali, che per forza di cose da lì a qualche mese dovranno essere nuovamente votate. Viene allora da chiedersi: vale la pena portare al voto quasi un milione di dipendenti della scuola, tra docenti e Ata, per determinare un quadro di rappresentanti dei sindacati e dei lavoratori una cui fetta sostanziosa rimarrà in piedi solo alcuni mesi? Conversando con un sindacalista di comparto, l’altro giorno, abbiamo raccolto questa opinione: “non ci opponiamo alle votazioni, ma è inequivocabile che la loro realizzazione sarebbe inutile visto il profondo dimensionamento che attende il mondo della scuola da settembre 2012”.
Ma non tutti la pensano però così. Chi vorrebbe sicuramente andare al voto già a marzo è, ad esempio, la Flc-Cgil: il sindacato confederale si è tanto speso per tornare alle urne in corrispondenza della scadenza naturale dei mandati, nel novembre 2009. La riformulazione delle regole, imposta dalla Funzione Pubblica, ha però fatto slittare tutto al prossimo marzo. L’organizzazione di Pantaleo è ora convinta che il malcontento della categoria per le vessazioni subite dal governo è tale da premiare le organizzazioni meno concertative. Come appunto è stata la Flc-Cgil nell’ultimo triennio.
Una di queste è anche l’Anief, il primo sindacato a rompere gli indugi e ad aver già avviato (un paio di giorni fa) la campagna elettorale: tra i punti principali del programma non poteva non esservi “la lotta alla precarietà” (hanno diritto di votare per il rinnovo delle RSU anche i docenti non di ruolo con supplenza annuale), ma anche “la valorizzazione della professione di tutto il personale della scuola, dell’università e della ricerca”. La giovane organizzazione guidata da Pacifico, che in pochi anni è arrivata a raccogliere 10 mila tessere, sta preparando l’appuntamento nei minimi dettagli: ha costituto un raggruppamento con LISA, Scuola Athena, SISA, USI e punta a superare quella soglia minima del 5% per sedersi al tavolo della contrattazione assieme ai sindacati più rappresentativi.
Alessandro Giuliani

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