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Rinvio prove: per la Cisl è “discutibile”, per il M5S è “intervento a gamba tesa”

Anche Cisl-Scuola interviene sulla questione del rinvio delle prove, con una dichiarazione del segretario nazionale Francesco Scrima secondo il quale la decisione dell’Istituto “dimostra che la protesta è corale”.
Anche per la Cisl, come per la Uil, non è il caso però di parlare di azione antisindacale anche se la decisione dell’Invalsi viene definita “discutibile”.
“La giornata del 5 maggio – sostiene Scrima – vedrà una corale partecipazione dei lavoratori della scuola allo sciopero proclamato dalle organizzazioni sindacali rappresentative per cambiare profondamente i contenuti del disegno di legge in discussione alle Camere”.
“Il  Governo – aggiunge Scrima – sta prendendo ogni giorno di più coscienza che la nostra mobilitazione raccoglie ed esprime sensibilità e giudizi largamente condivisi, di dissenso verso le sue proposte, di preoccupazione, di sostegno a un’idea di scuola come comunità educante, in cui la cooperazione è fattore essenziale di efficacia e qualità ben più della competizione”.
“Quello del 5 maggio – conclude il segretario della Cisl-Scuola – sarà uno sciopero ampiamente partecipato, perché fortemente sentito. La stessa discutibile decisione dell’Invalsi di rinviare i test ad altra data è la prova lampante di una consapevolezza che non è più, evidentemente, soltanto nostra”.

 

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Di ben altro tenore la presa di posizione dei deputati del M5S della Commissione Cultura della Camera che affermano: “La decisione di far slittare le proveInvalsi previste per il 5 e 6 maggio è un’entrata a gamba tesa nei confronti del mondo della scuola e una chiara manifestazione di ostilità  nei confronti della prossima manifestazione di massa contro il governo e il suo provvedimento sull’istruzione”.
“A quel che è dato vedere – aggungono ancora i parlamentari del M5S – l’Invalsi ha preso tale decisionein autonomia, esercitando un potere decisionale che non gli riconosciamo. Ci domandiamo poi se il Miur, che dovrebbe avere sull’Istituto un potere di  controllo, sia stato quantomeno preavvisato. Fatto sta che il silenzio del ministro Giannini rispetto a questo atto è decisamente imbarazzante e conferma ancora una volta la posizione di subalternità di questo ministro”.

 

Reginaldo Palermo

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