Non usa i giri di parole la senatrice Bianca Granato, capogruppo M5S in Commissione Istruzione: sul mancato rientro scuola degli studenti delle superiori di 14 regioni siamo stati “traditi dal Pd”.
“Pensavamo – dice all’Ansa – che quella sulla scuola fosse una battaglia condivisa con il Pd ma evidentemente non è così. Da un lato Franceschini che tiene chiusi musei, luoghi di cultura e i siti archeologici, si riempiono la bocca di cultura ma questa dove è? Dall’altra il presidente Bonaccini che fino a pochi giorni fa aveva detto che era tutto pronto per la riapertura delle scuole superiori nella sua Regione ma oggi ha rinviato al 25/1. Probabilmente Zingaretti non era pronto per la riapertura e gli altri sono stati condizionati”.
Secondo Granato, “che ci sia una trama dietro è quasi certo: anche Bonaccini un paio di sere fa ha detto che era pronto a riaprire le scuole, aveva avuto 500 mezzi per potenziare il trasporto pubblico. Penso che ci sia stata dietro una concertazione”.
La senatrice calabrese auspica che “questa mossa sia dettata da fatti oggettivi, il fatto che si aggiungano altri e che facciano branco è preoccupante”.
Granato tiene a dire che anche la Lega sta adottando posizioni simili: “sulla pelle dei ragazzi si stanno consumando schermaglie politiche tra schieramenti e prime donne”. Solo che la Lega sta all’opposizione e certe posizioni sono nel gioco delle parti.
Nella maggioranza, con queste condizioni, “c’è un problema serio sulla scuola, non serve nasconderlo“, è la chiosa della senatrice Granato.
Le dichiarazioni della senatrice Bianca Laura Granato sono decisamente pesanti, poiché indirizzate verso i primi alleati di governo.
Ancora di più perchè fanno il paio con quelle della ministra dell’Istruzione, che secondo La Repubblica sulla stessa situazione avrebbe così commentato: “La verità è che i ragazzi sono sempre gli ultimi”, si è sfogata la ministra, “è stato un giochino fatto ad hoc, senza pensare a tutti quei ragazzini che dalla dad sono penalizzati per i motivi più diversi”.
Con il passare dei giorni, le tensioni interne alla maggioranza di governo sembrano crescere: mai, del resto, era accaduto che ministri e parlamentari di spicco dei primi due partiti dell’esecutivo si accusassero vicenda (anche Nicola Zingaretti ha replicato).
Con la scuola e i sui problemi di gestione in tempo di pandemia, che sta diventando un campo sempre più “minato”: forse, dietro ai tanti ‘no’ delle Regioni al rientro delle superiori dall’11 gennaio, c’è un male oscuro più importante della ormai ineludibile fuga in avanti che porta dritti all’autonomia differenziata degli istituti.
Una condizione di malessere, che riguarda le sfere più alte dell’esecutivo, sempre più palese, che stavolta probabilmente nemmeno il premier Giuseppe Conte potrebbe riuscire a superare.
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