Fatta una casa, perché viva occorre arredarla e rivestirla.
Sei mesi per portare a termine i lavori non sono però molti soprattutto se si vogliono ascoltare i pareri degli esperti di settore per non correre il rischio ci siano poi elementi non a tono.
Può essere questo il caso della legge sul riordino dei cicli che, essendo ancora un edificio vuoto, ha bisogno di essere completata con i contenuti. L’articolo 6 della legge, titolato “Attuazione progressiva dei nuovi cicli”, prevede infatti che, entro sei mesi dall’entrata in vigore della normativa, il Governo presenti al Parlamento un programma che contenga tra l’altro “i criteri generali per la riorganizzazione dei curriculi della scuola di base e della scuola secondaria, ivi compresi quelli per la valorizzazione delle lingue e per l’impiego delle tecnologie didattiche”. Sarà dunque sufficiente, si chiedono i docenti, il tempo per fare le cose per bene e come saranno i nuovi programmi? I dubbi restano sia sulla prima che sulla seconda domanda. A fine febbraio il ministro Berlinguer inizierà le consultazioni e non sarà facile evitare di non arrivare con l’acqua alla gola. Certamente, con l’introduzione dell’autonomia che permette di modellare gli spazi, i programmi non saranno simili a quelli a cui gli insegnanti in servizio sono abituati. Appare però chiaro che dovranno essere tenuti in considerazione alcuni principi importanti. Al di là di quelli relativi all’insegnamento tecnologico, che va potenziato, per le altre discipline vanno particolarmente tenute presenti le proposte di carattere europeo, l’interdisciplinarità ed i nuovi modelli culturali che caratterizzeranno sempre di più la società del futuro.
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