Categorie: Riforme

Riordino della scuola superiore in un vicolo cieco

Il Consiglio di Stato ha dato via libera ai Regolamenti sul riordino della scuola superiore il 13 gennaio scorso. Ha però raccomandato di completare l’intero iter del riordino con ulteriori atti regolamentari per definire diversi punti importanti, previsti dall’articolo 8 comma 2 e comma 3:

a)     – indicazioni nazionali su competenze, abilità, conoscenze;
b)     – ambiti e criteri per ulteriore articolazione degli indirizzi;
c)      – criteri di raccordo della transizione dal vecchio al nuovo ordinamento;
d)     – quadro orario che regola il passaggio da 36 a 32 ore settimanali;
e)     – classi di concorso;
f)       criteri di insegnamento in lingua inglese di una materia non linguistica dell’ultimo anno;
g)     – indicatori di valutazione e autovalutazione degli istituti.
E’ passato più di un mese dal provvedimento del Consiglio di Stato e quasi venti giorni dalla delibera in seconda lettura dei Regolamenti da parte del Consiglio dei Ministri.
Dal Ministero silenzio assoluto sia sui programmi, i quadri orari, le classi di concorso, ecc, sia sulla pubblicazione in Gazzetta dei Regolamenti.
Adottare nuovi Regolamenti, come suggerisce il Consiglio di Stato, significa aderire alla complessa e lunga procedura dei previsti pareri di Commissioni di Camera e Senato, Cnpi, Consiglio di Stato, Conferenza Stato Regioni. I tempi sono assolutamente insufficienti.
L’alternativa è l’adozione di decreti ministeriali. Ma ciò significa dare uno schiaffo al Consiglio di Stato.
La fretta è stata sempre brutta consigliera. In questo caso ha posto il Ministero dell’Istruzione fra l’incudine e il martello.
Calogero Virzì

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Calogero Virzì

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