L’Associazione Credere per Vedere ha realizzato un progetto “Dejavu” per permettere a persone disabili dei centri residenziali gestiti dalla cooperativa Zora a Scandiano di partecipare a un laboratorio di riciclo di computer dismessi.
L’Associazione Credere per Vedere, pubblica Il Redattore Sociale, è nata nel 2011 dall’idea di un gruppo di persone accomunate dall’interesse per il volontariato sociale e contestualmente è nato anche il Progetto Dejavu. Oggi l’associazione riunisce 12 persone tra soci e volontari.
Il laboratorio è stato allestito in un locale messo a disposizione in comodato d’uso gratuito dal comune di Scandiano “che ha creduto fin da subito nel progetto”. Il coinvolgimento della cooperativa sociale Zora ha permesso l’avvio delle attività. Sono 12 i ragazzi impegnati nel laboratorio tra gli ospiti dei centri socio-riabilitativi residenziali gestiti dalla cooperativa, Odoardina, Zorella e Stradora, con disabilità diverse, più o meno gravi. L’attività li impegna tre volte alla settimana, con turni di circa due ore. Lavorano in squadre di quattro “ma cerchiamo di farli ruotare nelle attività perché l’idea è farli partecipare a tutto il ciclo di recupero dei computer”, spiega Milani. Dal 2005 l’associazione Credere per Vedere fa parte di quelle supportate dal programma Google for non profit Italia che sostiene con i suoi servizi le organizzazioni senza scopo di lucro.
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In 4 anni di attività, Credere per Vedere ha recuperato 200 computer che sono stati regalati a diverse realtà, tra cui 4 scuole del territorio (l’ultima è stata la scuola secondaria Boiardo di Scandiano che, con i 15 computer ricevuti, ha allestito una nuova aula di informatica), la Croce Rossa di Scandiano, l’Unione italiana ciechi, il Popolo Sahrawi attraverso il progetto della Farmacia nel deserto promosso dal Comune di Albinea.