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Riparte la riforma degli organi collegiali

La riforma è attesa da anni, stante il fatto che gli attuali organi collegiali della scuola, la loro composizione, i loro compiti e funzioni sono ancora quelli di più di venticinque anni addietro. Fu nel 1974, infatti,  che, nel clima di tensione conseguente alla contestazione studentesca, dopo la  legge di delega del 1973, un apposito decreto delegato istituì  i primi organi di gestione democratica della scuola italiana.
La filosofia sottesa all’attuale proposta di legge è quella della ripartizione dell’organizzazione della scuola tra le funzioni di indirizzo cui sono preposti gli organi di governo e le funzioni di gestione che competono al dirigente scolastico.
La proposta di legge prevede quattro organi collegiali. Il più importante è il Consiglio di Amministrazione, composto fino ad un massimo di 11 membri tra cui il dirigente scolastico che lo presiede. Ha compiti di indirizzo generale dell’attività della scuola. Delibera il regolamento, approva il Piano dell’Offerta Formativa, il bilancio preventivo ed il conto consuntivo. Di esso fanno parte tre esperti e un rappresentante degli enti locali. Dura in carica tre anni.
Poche le novità in ordine al Collegio dei Docenti che, nell’ambito di compiti prettamente didattici, programma, coordina, monitora le attività della scuola. Nuova è, invece, la ripartizione al suo interno in dipartimenti disciplinari e in gruppi di studio e di lavoro.
È previsto un organo di valutazione degli alunni e un altro di valutazione dell’istituto. Nel primo sono sottoposti  a valutazione, in sede collegiale e periodicamente, gli alunni. Le modalità saranno stabilite dalla stessa scuola e dal regolamento di istituto. Un altro apposito organo, composto da esperti nel settore della valutazione, provvederà alla valutazione della scuola.
Come al solito il mondo della scuola si è ancora una volta diviso.
Al di là delle prese di posizione, conta sottolineare che la proposta di legge esprime la volontà di attuare il processo di autonomia delle scuole, che fino ad oggi ha prodotto risultati solo teorici.

Giuseppe Guzzo

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