Passato il Capodanno al via la trattativa per il rinnovo del contratto per i lavoratori della scuola, dell’università e AFAM e della ricerca.
Come già scritto da La Tecnica della Scuola, la contrattazione parte da una proposta economica, che fa fede agli accordi di Palazzo Vidoni firmati il 30 novembre 2016, di 85 euro medi per comparto e da una proposta giuridica che punta sul pieno ripristino delle prerogative negoziali su organizzazione del lavoro e orari.
In buona sostanza assisteremo al tentativo dei sindacati di inserire dentro la contrattazione, oltre i soldi previsti nella legge di bilancio 2018 per i contratti del pubblico impiego (i famosi 85 euro lordi medi mensili), anche i 640 milioni di euro, o parte di essi, già inseriti in bilancio per onorare i commi 121 e 126 dell’art.1 della legge 107/2015. Così facendo nessun docente dovrebbe recepire meno di 85 euro lordi al mese, ma molto probabilmente potrebbero essere in tanti ad ottenere un’entrata lorda mensile ben sopra i 100 euro lordi mensili.
Lo stipendio di un insegnante italiano – delle scuole elementari, medie, superiori e dell’Università – sia tra i più bassi d’Europa. Non è un segreto.
Quando si parla di uno stipendio di un insegnante bisogna ricordare che questo dipende anche dagli anni di anzianità del servizio. Inoltre, bisogna distinguere in base alla categoria della scuola in cui si insegna.
TABELLA (fonte UIL SCUOLA)
La retribuzione dei docenti in Germania è praticamente doppia che da noi, per tutti i gradi di scuole e per tutte le anzianità, molto al di sopra della media europea.
La Spagna, ha retribuzioni sempre al di sopra della media EU, ma più marcatamente per quelle iniziali;
La Francia, ricalca l’andamento europeo, ma con le retribuzioni intermedie più basse; l’Italia, infine, parte in linea con l’Europa, si mantiene allineata fino all’anzianità di 15 anni e termina a fine carriera decisamente più in basso.
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