In occasione delle Elezioni politiche 2013 c’è chi ha scelto una strada diversa: l’Associazione Italiana Biblioteche, l’Associazione Nazionale Archivistica Italiana, l’International Council of Museums – Icom Italia, (riunite in MAB Musei Archivi Biblioteche), l’Associazione Bianchi Bandinelli, il Comitato per la Bellezza, Federculture, Italia Nostra, Legambiente, hanno deciso di chiedere ai Partiti e ai Candidati alle prossime elezioni politiche di aderire alle cinque proposte e ai dieci obiettivi del manifesto “Ripartire dalla cultura”, impegnandosi ad inserirli nel loro programma elettorale e soprattutto a realizzarli con l’azione di governo.
A chi si candida a governare l’Italia i promotori e i firmatari dell’appello chiedono di rifiutare l’idea che la cultura sia un costo improduttivo da tagliare per tornare invece ad investire su di essa come valore pubblico in grado di produrre comprensione del presente e sviluppo, ponendo così le basi per un futuro di prosperità economica e sociale.
Cinque le proposte individuate:
– Puntare sulla centralità delle competenze;
– Promuovere e riconoscere il lavoro giovanile nella cultura;
– Investire sugli istituti culturali, sulla creatività e sull’innovazione;
– Modernizzare la gestione dei beni culturali;
– Avviare politiche fiscali a sostegno dell’attività culturale.
Dieci gli obiettivi sui quali si chiedono impegni vincolanti:
1. Riportare i finanziamenti per le attività e per gli istituti culturali, per il sistema dell’educazione e della ricerca ai livelli della media comunitaria in rapporto al PIL.
2. Dare vita a una strategia nazionale per la lettura che valorizzi il ruolo della produzione editoriale di qualità, della scuola, delle biblioteche, delle librerie indipendenti, sviluppando azioni specifiche per ridurre il divario fra nord e sud d’Italia.
3. Incrementare i processi di valutazione della qualità della ricerca e della didattica in ogni ordine scolastico, riconoscendo il merito e sanzionando l’incompetenza, l’inefficienza e le pratiche clientelari.
4. Promuovere sgravi fiscali per le assunzioni di giovani laureati in ambito culturale e creare un sistema di accreditamento e di qualificazione professionale che eviti l’immissione nei ruoli di personale non in possesso di specifici requisiti di competenza. Salvaguardare la competenza scientifica nei diversi ambiti di intervento, garantendo organici adeguati allo svolgimento delle attività delle istituzioni culturali, come nei paesi europei più avanzati.
5. Promuovere la creazione di istituzioni culturali permanenti anche nelle aree del paese che ne sono prive – in particolare nelle regioni meridionali, dove permane un grave svantaggio di opportunità – attraverso programmi strutturali di finanziamento che mettano pienamente a frutto le risorse comunitarie; incentivare formule innovative per la gestione attraverso il sostegno all’imprenditoria giovanile.
6. Ripensare le funzioni del MiBAC individuando quelle realmente “nazionali”, cioè indispensabili all’ottimale funzionamento del complesso sistema della produzione, della tutela e della valorizzazione dei beni culturali, per concentrare su di esse le risorse disponibili. Riorganizzare e snellire la struttura burocratica del ministero, rafforzando le funzioni di indirizzo scientifico-metodologico e gli organi di tutela e conservazione, garantendone l’efficienza, l’efficacia e una più razionale distribuzione territoriale.
7. Realizzare la cooperazione, favorire il coordinamento funzionale e la progettualità integrata fra livelli istituzionali che hanno giurisdizione sui beni culturali, riportando le attività culturali fra le funzioni fondamentali dei Comuni e inserendo fra le funzioni proprie delle Province la competenza sulle reti culturali di area vasta.
8. Inserire la digitalizzazione del patrimonio culturale fra gli obiettivi dell’agenda digitale italiana e promuovere la diffusione del patrimonio culturale in rete e l’accesso libero dei risultati della ricerca finanziata con risorse pubbliche.
9. Potenziare l’insegnamento delle discipline artistiche e musicali nei programmi di studio della scuola primaria e secondaria e sviluppare un sistema nazionale di orchestre giovanili.
10. Prevedere una fiscalità di vantaggio, compreso forme di tax credit, per l’investimento privato e per l’attività del volontariato organizzato e del settore non profit a sostegno della cultura, con norme di particolare favore per il sostegno al funzionamento ordinario degli istituti culturali. Sostenere la fruizione culturale attraverso la detraibilità delle spese per alcuni consumi (acquisto di libri, visite a musei e partecipazione a concerti, corsi di avviamento alla pratica artistica); uniformare l’aliquota IVA sui libri elettronici a quella per l’editoria libraria (4%); prevedere forme di tutela e di sostegno per le librerie indipendenti.
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