Con nota del direttore generale delle politiche del lavoro del Mpls (Ministero del lavoro e delle politiche sociali) del 2 dicembre scorso viene trasmesso il decreto – emanato ai sensi dell’art. 118 comma 16 della legge n. 388/2000 – che ripartisce per il 2011 per ciascuna regione le risorse statali per le attività di formazione nell’ambito dell’apprendistato.
Anche per il 2011 la somma divisa tra le regioni ammonta a 100 milioni di euro (di cui il 20% destinato prioritariamente all’attuazione dell’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale e per l’apprendistato di alta formazione e ricerca) distribuiti sulla base dei seguenti criteri: Il 65% viene assegnato in base agli apprendisti assunti nel triennio 2008-2010; il 35% in base agli apprendisti formati nel triennio 2008-2010.
In ogni caso ciascuna regione o provincia autonoma non può ricevere meno di 516.000 euro.
Non sono mancate critiche, soprattutto da parte della Flc Cgil, che in un comunicato ribadisce “la propria contrarietà all’utilizzo di parte delle risorse previste dal decreto del Mpls del 2 dicembre, delle risorse stanziate dall’ex ministro Gelmini ed, eventualmente, di quelle dei fondi interprofessionali, per finanziarie attività di apprendistato che comportano di fatto l’abbassamento dell’età di accesso al lavoro che, in base a una legge vigente, l’art. 1 comma 622 della legge 296/2006, è di 16 anni”.
Il sindacato guidato da Domenico Pantaleo chiede al ministro Profumo di “sospendere questa sperimentazione e di aprire, con urgenza, un tavolo di confronto che preveda il coinvolgimento di chi lavora negli specifici settori della conoscenza per elaborare gli atti successivi di regolazione dell’apprendistato previsti dal Testo Unico”, facendo presente che “dal 25 ottobre è in vigore del Testo Unico sull’apprendistato che presenta numerosi aspetti innovativi rispetto alla precedente normativa di settore e che dovrebbe dispiegare i propri effetti nei prossimi mesi” e che “con la sottoscrizione degli accordi in conferenza Stato-Regioni e Conferenza Unificata, che saranno presto recepiti in atti normativi ‘nazionali’, vengono messi a regime i percorsi di Istruzione e Formazione professionale (IeFP) superando definitivamente le ambiguità determinate dalla stratificazione e sovrapposizione dei percorsi statali con quelli sperimentali regionali”.
Nella colonna degli approfondimenti è possibile visionare il decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.