Ripensare l’obbligo scolastico: fermarlo alla primaria!

Occorre rivedere l’obbligo scolastico, o meglio fermarlo alla primaria, facendo ritornare alla memoria le leggi Michele Coppino e Gabrio Casati.

Sarebbe il caso di andare a rispolverare il vecchio “Avviamento” per dare la possibilità ai ragazzi che non vogliono impegnarsi nello studio di avviarsi verso i lavori professionalizzanti di artigiani, insomma di imparare un mestiere.

Purtroppo la società di oggi in continua evoluzione, fortemente sgangherata, in cui la famiglia ha ormai perso il suo ruolo, cioè quello di essere il luogo in cui i figli imparano le regole fondamentali della prima educazione producono una generazione di ragazzi svogliati, indolenti, che non rispettano le regole della civile convivenza, che rispondono male ai docenti, che si alzano senza chiedere il permesso, che non studiano, che non eseguono a casa i compiti assegnati. È vero che l’obbligo scolastico è sancito dalle leggi dello Stato italiano, ma è altrettanto vero che non tutti sono portati per lo studio e anche se gli insegnanti si affannino a far sì che i ragazzi apprendano per la vita non per la scuola, ci si trova di fronte all’impotenza.

Quali strategie adottare per motivare i ragazzi? Fatto sta che cinque ore al giorno tenere gli alunni incollati al banco è veramente un’impresa titanica. Gli alunni devono muoversi, cambiare aula, fare cose diverse dalle normali discipline curriculari.

C’è da dire, tuttavia, che il livello di attenzione degli alunni di oggi è minimo se non insignificante, soggetto a frequenti distrazioni, sollecitati come sono anche e soprattutto dalla tecnologia.

La scuola deve essere inclusiva e non deve escludere nessuno, ma se un ragazzo di stare con la testa sui libri non ne vuole sapere cosa fare? Dargli la possibilità di fare percorsi didattici alternativi in cui deve scaricare tutta la sua energia.

Il pezzo di carta ormai non si nega più a nessuno e trovare soluzioni diverse perché non creino situazioni di disturbo è importante in quanto situazioni complesse con dinamiche di classe agitate ledono il diritto allo studio di chi vuole veramente apprendere.

A scuola, purtroppo, il ragazzo deve andarci motivato, desideroso di imparar. In questo modo diventa per i docenti più gradevole starci in classe!

I lettori ci scrivono

Articoli recenti

Il 2025 sarà l’anno record di spese militari, mentre caleranno per Scuola, Ricerca e Sanità: petizione Avs per fermare nuovi carri armati e missili

"Servirebbero più risorse per la scuola pubblica e per l'istruzione per garantire il diritto al…

23/12/2024

Compiti casa, sì, no, dipende

I compiti a casa sono il momento del consolidamento e della rielaborazione delle conoscenze, e dell'esercitazione…

22/12/2024

Il Sicilia Express funziona. A casa tanti prof e studenti dalle brume del nord in treno

È partito il 21 scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova il "Sicilia Express", il…

22/12/2024

Concorso ordinario Pnrr 2024, non vengono valutati i titoli informatici e le certificazioni linguistiche inferiori quelle di livello C1

Una aspirante partecipante al concorso ordinario PNRR 2024 della scuola primaria e infanzia, ci chiede…

22/12/2024

Concorso docenti 2024, costituzione delle commissioni giudicatrici, presentazione della domanda

Il 19 dicembre 2024 segna un passo decisivo per l’organizzazione del concorso docenti. Con una…

22/12/2024

Docenti supplenti, ecco quando ai precari spetta la continuità del contratto per il periodo di vacanza e sospensione dell’attività didattica

Una docente precaria con un contratto a tempo determinato da parte del dirigente scolastico fino…

22/12/2024