Si susseguono manifestazioni di studenti contro la legge 107 della “Buona scuola” e dunque contro l’alternanza “scuola-lavoro” dopo la morte del ragazzo di Udine all’ultimo giorno di stage presso un’azienda. Come sempre mancano i prof alle sfilate dei giovani, nonostante i più penalizzati da questa novità voluta dal governo Renzi siano proprio loro, ma anche le presidenze che devono provvedere a trovare partner idonei con cui collaborare. E penalizzata è pure la didattica perché sono ore che si assommano per insegnare il lavoro a studenti che invece hanno bisogno di sapienza, cultura, istruzione per capire il mondo e vederlo con prospettive critiche per giudicarlo e interpretarlo.
Il solo profitto non può essere il faro di una società, mentre le disfunzioni che si creano in classe, con le inopportunità di tali scelte, determinano disistima degli studenti nei confronti di chi governa che è quanto di peggio una classe dirigente possa offrire. Importanti le scuole professionali ma con laboratori interni, anche perché stage al di fuori hanno pure il “fumus” dello sfruttamento di manodopera a basso costo. E questo lo Stato non può permetterlo.
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