La legge è chiara e non lascia dubbi ad interpretazioni strampalate: “E’ fatto assoluto divieto al professore di una scuola, dare lezioni private ad alunni della propria classe e più in generale del proprio istituto”. Eppure questa legge non sempre è rispettata, alimentando un malcostume fin troppo diffuso. Qual è la legge che vieta ai docenti di fare lezione private agli alunni del proprio istituto? Si tratta del Testo Unico in materia d’Istruzione, nota come legge 297/1994. In questa legge, al Titolo I dedicato al personale docente, educativo, direttivo ed ispettivo, Sezione I, ed in particolar modo all’art.508 sulle incompatibilità, c’è scritto che non è consentito impartire lezioni private ad alunni del proprio Istituto.
In questo articolo al comma 2 è scritta la norma che impone al docente che decidesse di fare lezioni private di informare il dirigente scolastico, al quale deve altresì comunicare il nome degli alunni e la loro provenienza. A sua volta, il Ds, come è scritto nel comma 3, può vietare l’assunzione di lezioni private o interdirne la continuazione, sentito il consiglio di circolo o di istituto.
Nonostante la legge esista e sia anche di comprensibile lettura, non viene rispettata. Avete mai visto un docente che dichiara al proprio dirigente scolastico, con una comunicazione scritta e protocollata, i nominativi e la scuola di provenienza degli alunni a cui impartisce regolarmente lezioni private? Se esistono insegnanti che lo fanno, sono da considerarsi una vera e propria rarità. L’art. 508 comma 2 della legge 297/94 sembra insomma puntualmente disatteso; oltretutto i professori che svolgono lezioni private senza dichiararle al fisco si rendono anche colpevoli di evasione fiscale.
Purtroppo, dispiace dirlo, questo è uno spaccato sociale che esiste in tutta Italia, da Nord a Sud, isole comprese. Esiste un mercato delle lezioni private inimmaginabile, che purtroppo dilaga in un vero e proprio malcostume tutto italiano.
Recentemente c’è stata anche un’interpellanza parlamentare su questo triste fenomeno. Alla fine del 2013, quando ancora al Miur sedeva Maria Chiara Carrozza, il deputato di Sel, Gianni Melilla, portava a conoscenza del Ministro dell’Istruzione del fenomeno di alcuni prof del liceo classico di Avezzano che non solo avrebbero dato ripetizioni private ad alcuni dei propri alunni, ma addirittura avrebbero ricevuto compensi in nero dalle loro famiglie per questo servizio “illecito”.
Nel tentativo di limitare e di regolamentare il fenomeno, qualche tempo fa la dirigente scolastica Michela Bilotta del liceo scientifico Fermi di Cosenza ha introdotto nella scuola che dirige il sistema intramoenia di lezioni private dei docenti della stessa scuola.
Con tale sistema le famiglie pagano un contributo economico per ricevere lezioni private dai docenti della stessa scuola, al fine di combattere l’evasione fiscale delle lezioni fatte al nero.
Il mondo sindacale ha definito questa soluzione una stortura che mina profondamente la regola della gratuità e dell’obbligatorietà e viola l’art. 508 della legge 297/94.
Per eliminare il malcostume delle lezioni private impartite al di fuori delle regole stabilite dalla legge sarebbe sufficiente denunciare alle autorità competenti chi commette questi atti illeciti.
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