I nodi stanno inevitabilmente arrivando al pettine.
Nella conferenza stampa della mattinata odierna i sindacati sono stati chiari.
Chiarissima soprattutto la Flc-Cgil, il cui segretario nazionale Francesco Sinopoli ha dichiarato senza troppi giri di parole: “Oggi le condizioni per cui le scuole riaprano in presenza non ci sono: inutile continuare a raccontare che le cose vanno bene, bisognerebbe essere onesti. A causa del ritardo con cui il confronto è iniziato e la scarsità delle risorse la situazione delle scuole è drammatica. I dirigenti scolastici cono a caccia di spazi; serve un organico straordinario che al momento non c’è”.
“La preoccupazione che sta nascendo – ha aggiunto Sinopoli – è che siccome il tempo scuola si ridurrà si tornerà alla didattica a distanza. Noi sindacati vogliamo che si ritorni a scuola non vogliamo soluzioni diverse”.
In effetti le misure annunciate sembrano davvero poca cosa rispetto alla enormità dei problemi da affrontare.
Le 50mila assunzioni di cui si parla nel Decreto Rilancio non sono risolutive in quanto comunque esiste un vincolo di spesa per il momento non superabile (400milioni stanziati dallo stesso decreto per il periodo settembre/dicembre 2020), mentre i fondi per gli arredi e per i “banchi monoposto” potrebbero di fatto rimanere inutilizzati in quanto non è detto che sul mercato si trovino materiali da acquistare.
Il segretario della Flc-Cgil, però, ha un’idea su come uscire dal vicolo cieco in cui ci si trova in questo momento: “Abbiamo bisogno di un decreto legge sulla scuola e il governo deve dire con chiarezza che bisogna riaprire la scuola in presenza”.
Ma, se non ci saranno altri stanziamenti aggiuntivi, il prossimo decreto legge potrebbe limitarsi a dettare nuove norme in materia di orario scolastico riducendo per esempio il monte ore annuo obbligatorio complessivo.