Riscattare la laurea valorizza il periodo di studi ai fini pensionistici.
Novità potrebbero arrivare nei prossimi mesi. Così come già La Tecnica della Scuola ha scritto, c’è una proposta di legge firma Fratelli d’Italia per riscattare il periodo di studi universitari a costi accettabili.
“Riscattare gli anni di laurea a fini pensionistici è diventato ormai un lusso per pochi, un lungo percorso fatto di prestiti e di impegni della liquidazione. E così, ben pochi decidono di usufruirne anche perché è diventato impossibile o quasi, accedere al mondo del lavoro in giovane età e avere quella disponibilità economica necessaria per farlo”.
A dirlo, il 31 maggio, è stato il deputato di Fratelli d’Italia Salvatore Deidda annunciando una proposta di legge firmata anche da altri colleghi.
Fratelli d’Italia presenterà, a breve, la proposta di legge: “Se approvata – sottolinea Deidda – consentirebbe agli interessati sia di riscattare la laurea versando all’INPS un contributo pari a quello stabilito per i soggetti inoccupati, sia la possibilità, per i nuovi immatricolati, di versare, unitamente alle tasse universitarie, per ciascun anno, un’anticipazione pari al 50% dell’onere contributivo stabilito per i soggetti inoccupati”.
“L’obiettivo principale dell’intervento normativo – conclude il deputato di Fratelli d’Italia – è quello di rendere il sistema di riscatto degli anni di laurea più equilibrato e conforme al principio di uguaglianza sancito dall’art. 3 della nostra Costituzione”.
Come riscattare la laurea? Quali sono i vantaggi che si otterrebbero dal riscatto della laurea ai fini pensionistici? Chi può riscattare la laurea? Cosa si può riscattare e quanto costa riscattare la laurea?
Ad oggi, ricordiamo, chi volesse riscattare la laurea, può farlo in cambio di cifre tutt’altro che abbordabili: per cinque anni di università, nel caso la domanda fosse stata presentata solo di recente, si arriverebbe a cifre record non molto lontane dai 50mila euro.
Nel nostro ordinamento previdenziale, il riscatto del corso di studi è disciplinato in particolare da due articoli del D.lgs. 184/1997, emanato nella cornice delle disposizioni attuative della riforma pensionistica del governo Dini del 1995 e completato a seguito della Legge 247/2007.
Considerando che, tra laurea triennale e specialistica, il periodo di permanenza presso un ateneo è di cinque anni, poter inserire i periodi di studio nel proprio fascicolo previdenziale rappresenta un vantaggio non trascurabile.
Al momento di andare in pensione si avranno così più contributi versati.
Il costo – importante ricordarlo – è legato alla retribuzione in essere al momento della domanda.
Il servizio è rivolto a tutti coloro che abbiano conseguito il diploma di laurea o titolo equiparato.
Tutto ciò – ricorda l’Inps – a condizione che gli anni del corso di laurea non siano già coperti da altri contributi, ad esempio da lavoro, è possibile trasformarli in anni di contribuzione pagando una certa somma, chiedendone appunto il cosiddetto riscatto.
La facoltà è esercitabile anche dai soggetti inoccupati che, al momento della domanda, non risultino essere stati mai iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza e che non abbiano iniziato l’attività lavorativa in Italia o all’estero.
L’Inps, con una guida sul proprio sito, spiega passo dopo passo come fare.
Si possono riscattare gli anni del corso legale di laurea, i diplomi universitari, quelli di specializzazione e i dottorati di ricerca. Se il titolo di studio ha valore legale in Italia, si può riscattare anche la laurea conseguita all’estero. A particolari condizioni, è possibile riscattare anche i diplomi rilasciati dagli istituti di alta formazione artistica e musicale.
Il riscatto, inoltre, può riguardare tutto il periodo del corso di studio o solo parte di esso e si possono riscattare anche due o più corsi. E questi anni di contribuzione andranno ad aggiungersi a quelli che deriveranno dalla successiva attività lavorativa, concorrendo a determinare l’ammontare della propria pensione.
I periodi che non danno possibilità di riscatto sono:
Si possono invece riscattare:
Il riscatto può riguardare l’intero o i singoli periodi.
Dal 12 luglio 1997 è possibile riscattare due o più corsi di laurea, anche per i titoli conseguiti anteriormente a questa data. Non è possibile chiedere la rinuncia o la revoca della contribuzione da riscatto di laurea legittimamente accreditata a seguito del pagamento del relativo onere (messaggio 8 ottobre 2008, n. 22427).
Il contributo è versato all’INPS in apposita evidenza contabile separata del Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti (FPLD) e viene rivalutato secondo le regole del sistema contributivo, con riferimento alla data della domanda.
Il cumulo è gratuito per tutti gli iscritti presso 2 o più forme di assicurazione obbligatoria dei lavoratori dipendenti, autonomi e degli iscritti alla gestione separata e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, in modo che possano conseguire un’unica pensione.
I requisiti necessari per il riscatto di laurea sono i seguenti:
Il riscatto di laurea richiesto da soggetti inoccupati può essere esercitato dunque dai soggetti non iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza che non abbiano iniziato l’attività lavorativa in Italia o all’estero.
La facoltà (circolare 11 marzo 2008, n. 29) è esercitabile da coloro che, al momento della domanda, non risultino essere stati mai iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza, inclusa la Gestione Separata di cui all’articolo 2, comma 26, legge 8 agosto 1995, n. 335 e che non abbiano iniziato l’attività lavorativa, in Italia o all’estero (messaggio 9 marzo 2009, n. 5529).
Per il costo, occorre tener presente che non esiste una cifra fissa da pagare ma che l’importo varia in base al reddito del lavoratore.
Il calcolo del riscatto della laurea è individuato dall’Inps sulla base della retribuzione media pensionabile riferita alla data della domanda, del periodo da riscattare, dell’età e del sesso del richiedente. L’ammontare determinato può essere pagato in unica soluzione o fino a 120 rate mensili senza interessi.
Se i periodi da riscattare sono anteriori al 1 gennaio 1996 il calcolo del riscatto della laurea è quantificato da particolari tabelle che tengono conto dell’età, il sesso, la posizione assicurativa e retributiva e la durata dei periodi da riscattare.
Se si tratta del riscatto di anni di laurea posteriori al 1 gennaio 1996 il calcolo è determinato sulla base dell’aliquota contributiva (per la maggior parte dei lavoratori dipendenti l’aliquota è pari al 33%) applicata alla retribuzione lorda del richiedente, moltiplicata per il numero degli anni di cui si chiede il riscatto.
Per calcolare il valore del riscatto e dell’importo della rata annuale (clicca qui)
Il cittadino laureato deve presentare la domanda di riscatto online all’INPS attraverso il servizio dedicato. Per maggiori informazioni si rinvia alla circolare 27 maggio 2011, n. 77.
Il pagamento dell’onere si effettua utilizzando gli appositi bollettini MAV inviati dall’INPS con il provvedimento di accoglimento. I bollettini possono essere pagati presso qualsiasi sportello bancario senza costi aggiuntivi e presso tutti gli uffici postali, pagando la commissione postale vigente.
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