L’allontanamento della soglia per accedere alla pensione, imposto con le riforme previdenziali Amato e Fornero, ha fatto risvegliare l’interesse per il riscatto della laurea: aggiungere infatti 4 o 5 anni a quelli di servizio permette in molti casi, soprattutto per il personale docente che ha iniziato a lavorare con il solo diploma di maturità, di raggiungere (per le donne) la soglia dei 41 anni e 10 mesi di contribuiti, che significa arrivare alla pensione senza un euro di decurtazione all’assegno di quiescenza. Il nodo, mai sciolto, per arrivare alla pensione di anzianità risiede nell’alto prezzo da pagare per ottenere il riconoscimento degli anni di studio universitari: tranne qualche breve parentesi temporale, frutto di agevolazioni prodotte da governi sensibili all’argomento, si tratta di un onere economico che oggi arriva a sfiorare i 50 mila euro, soprattutto quando la richiesta del riscatto viene ad essere formulata a ridosso del pensionamento.
Per venire incontro al personale della scuola, che tranne in quella d’infanzia, non può contare su alcun “abbuono” di anni legato allo svolgimento di lavoro usurante, Palazzo Madama è stata presentata alcuni giorni fa un disegno di legge che ha come primo firmatario la senatrice Carmela Bucalo, di Fratelli d’Italia. La proposta – che riporta il n. 1413 – prevede il “riscatto agevolato dei corsi universitari di studio per il personale del comparto istruzione e ricerca”, con la novità dell’aliquota ridotta ad appena il 5%, con un pagamento del docente o Ata di soli 900 euro per ogni anno da riscattare.
Tra i primi a commentare la proposta è stato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, il quale ha detto che si tratta “nuova risposta della politica” alla “petizione nazionale lanciata dall’Anief che ha raccolto 120 mila firme in pochi mesi, che quindi comincia a dare i primi importanti frutti: una iniziativa che prende avvio dall’elevato burnout presente tra i lavoratori del comparto, soprattutto dopo i 60 anni. Arriva, tra l’altro, dopo l’assicurazione sanitaria introdotta sempre in questi giorni attraverso il decreto PA”. Il sindacalista ha quindi detto che se il pdl della senatrice Bucalo “venisse approvato si tratterebbe di un enorme passo avanti rispetto ad oggi, considerando che per la stessa operazione si chiedono attualmente tra i 6.000 e i 9.000 euro per ogni anno di studi universitari da farsi riconoscere”.
Secondo Pacifico, “il personale scolastico merita rispetto per l’importante lavoro che svolge quotidianamente. Proprio sulla proposta per il riconoscimento degli anni universitari in chiave previdenziale, la domanda da cui siamo partiti è semplice: perché il riscatto gratuito della laurea è previsto solo per gli ufficiali dell’esercito? La norma proposta dalla senatrice Carmela Bucalo consentirebbe a questo punto a molti dipendenti della scuola di riscattare gli anni di formazione universitaria con un piccolo sacrificio economico e di andare in pensione anche a 61 anni, a seconda della propria situazione anagrafica e di contributi versati”.
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