Secondo i più recenti dati Unicef, nel mondo 90 milioni tra ragazzi e ragazze hanno subito un abuso sessuale e più di un miliardo di donne e uomini hanno subito tali violenze durante la loro infanzia, con un aumento vertiginoso nel quale sono comprese le violenze commesse tramite internet
Tuttavia, invece di darne notizia al mondo, si registra un forte calo del numero degli articoli pubblicati su stampa e su web.
Infatti sarebbero 129.500 gli articoli, su stampa e web italiani, pubblicati nel periodo gennaio-ottobre nel 2024, riguardo gli abusi sui minori rispetto ai 153.783 articoli che hanno visto la luce nello stesso periodo del 2023.
Nel dettaglio, si legge su Vita.it, c’è un calo di attenzione mediatica del -15,8% che segnala una difficoltà dei media italiani nel mantenere alta l’attenzione su un tema così cruciale.
L’Italia è inoltre troppo carente sotto il profilo della prevenzione, tant’è che occupa il 45° posto su 60 Paesi esaminati dal Global index, mentre negli ultimi 3 anni si è registrato un + 140% di casi urgenti, mentre nello stesso periodo sono aumentate del 20% le segnalazioni.
È emerso inoltre come le preoccupazioni maggiori riguardino in particolare lo sviluppo dei casi prodotti dall’intelligenza artificiale, cosicché nell’arco di circa un anno le immagini autogenerate appaiono così simili alla realtà che pure gli analisti più qualificati stentano a distinguerle.
In tal modo, viene spiegato che la “spostamento degli abusi sessuali verso il digitale ha cambiato molte certezze. I dati degli abusi sono in aumento in tutto il mondo con il conseguente aumento delle problematiche, anche se una delle sfide più delicate è quella dell’ingresso dell’intelligenza artificiale che ha potenzialità funzionali ai sistemi di protezione, ma presenta anche rischi elevatissimi e molto poco presi in considerazione”.
Nell’anno 2023, Inhope, la rete internazionale di cui come Telefono Azzurro fa parte, ha ricevuto quasi 800 mila segnalazioni di contenuti online potenzialmente dannosi, il 70% delle quali relative a materiale pedopornografico illegale.
Tra le segnalazioni al 114 di abuso sessuale online sono emerse: abuso fisico, abuso psicologico, comportamenti sessuali a rischio, disagio emotivo e psicologico, disturbi alimentari, patologia della cura e ideazione suicidaria.
Nell’82% dei casi gestiti dal Servizio 114 i minori risultano coinvolti nel ruolo di vittime, nel 16% dei casi autori e nel 2% in qualità di testimoni. Analizzando il sesso dei minori coinvolti, il 53% sono di sesso femminile, il 47% maschile.
Passando alla classe di età dei minori coinvolti nei casi gestiti dal Servizio 114, per il 2,18% sono bambini nella fascia di età 0-10. Nel 43,87% sono invece preadolescenti (11-14 anni) e nel 53,95% adolescenti (15-18 anni). Passando a un confronto con i dati del 2023 erano stati coinvolti il 7,39% dei minori nella fascia 0-10, 35,80% preadolescenti e 56,81 adolescenti.
Riguardo ai responsabili dei casi emergono: un estraneo (adulto) con il 32,14% seguito da un genitore (25%), da un amico/conoscente (minore) 14,29%, e da un amico/conoscente (adulto) 10,71% e da un estraneo (minore) 10,71%.
Telefono Azzurro evidenzia il notevole incremento dei genitori tra gli abusanti. In particolare, casi in cui i genitori mettono in atto tramite l’online comportamenti che mettono a rischio i figli minori, per esempio con la pubblicazione di contenuti che li riguardano.
I chiamanti al 114 per il 32% ha chiesto di rimanere anonimo mentre per il 68% dei casi ha comunicato i propri dati. Il 54% si è identificato come adulto mentre il 46% era minorenne. Nel 38% dei casi i minorenni contattavano il 114 per loro stessi, nel restante 62% per conto di altri minori.
Per quanto concerne le segnalazioni riguardanti materiale online, l’83% riguardavano materiale pedopornografico: adescamento, incitamento alla pedofilia, contenuti pornografici su siti per minori.
Nei casi di abusi sessuali offline, Telefono Azzurro evidenzia come si sia registrato un incremento nelle casistiche “costretto ad assistere ad atti” e “costretto a visionare materiale” oltre che “altro abuso sessuale”.
Nel 87,60% dei casi di abusi offline gestiti, i minori risultano coinvolti nel ruolo di vittime, nel 6,20% come autori e nell’ulteriore 6,20% come testimoni.
Analizzando la classe d’età dei minori coinvolti in abusi sessuali offline, il 48,2% adolescenti, il 36,1% preadolescenti e il 15,7% in età 0-10. La provenienza regionale dei casi gestiti offline vede in testa la Lombardia (19,32%) seguita da Emilia- Romagna (11,36%) e Sicilia (10,23%).