Attualità

Rischiare la vita per conoscere? Viva il Darwin Day!

Sareste disposti a compiere un pericolosissimo viaggio intorno al mondo di 5 anni su una barca piccola e senza motore, in preda a tempeste, pirati ma anche terremoti, tremende malattie tropicali e agguati? E se la risposta fosse sì: per cosa lo fareste? Per cosa rischiereste la vostra vita?

Il 12 febbraio si festeggia il Darwin Day, perché sarebbe il compleanno di Charles Darwin, lo scienziato che ha cambiato il mondo con la sua teoria sull’evoluzione di animali e vegetali per selezione naturale dei caratteri ereditari.

Ma in realtà non festeggiamo Charles Darwin e nemmeno la sua teoria. O meglio non solo. Festeggiamo qualcosa di molto più grande. Un’idea, un ideale. Perché quel viaggio periglioso fra terre e mari in gran parte inesplorati Darwin decise di farlo all’età di 22 anni.

Era il 1831 quando a Bordo dell’HMS Beagle, un brigantino di appena 27 metri con altri 74 uomini e un comandante ventisettenne – il burbero Robert Fitzroy, suo compagno di stanza per tutto il tempo – Charles si imbarcò per una avventura incredibile, paragonabile oggi forse a un viaggio nello spazio. Un giro del mondo con poche certezze e fin troppi pericoli.

Il giovane Darwin era ricco e avrebbe potuto trascorrere una vita agiata nelle tranquille campagne alle porte di Londra e invece fece di tutto per imbarcarsi. Perché? Per la voglia di conoscere, di capire, per la meraviglia della scoperta! Perché come molti studiosi del suo tempo assomigliava più a un romantico sognatore, un poeta in cerca di ispirazione, di bellezza e soprattutto di verità.

Ma c’è un’altra riflessione che vorrei condividere con voi in occasione di questa ricorrenza: su una barca piccola, dove lo stesso Darwin e il comandante disponevano di pochissimo spazio personale e ogni centimetro quadrato era prezioso, Charles chiese di portare a bordo ben quattrocento libri. Si trattava di un bagaglio ingombrante, ma necessario per capire e studiare tutto quello che avrebbe osservato in giro per il mondo. Il capitano e l’equipaggio acconsentirono e così la spedizione fu un successo.

Riflettendo su questa storia è lecito chiedersi: se oggi la nostra società (o il nostro paese) fossero quella barca, quando spazio saremmo disposti a dare ai libri, quindi all’educazione, alla conoscenza, alla ricerca?

Buon Darwin Day a tutti!

Dario De Santis

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