Si parla di rischio chimico quando, in un ambiente, si verificano in contemporanea due condizioni:
• presenza di agenti pericolosi sotto forma solida, liquida o aeriforme (gas o vapore);
• esposizione delle persone che occupano l’ambiente.
I rischi chimici comprendono:
• rischi per la sicurezza;
• rischi per la salute.
A tal riguardo gli agenti chimici pericolosi sono quelli classificati dai DD.LL. 52/1997 e 65/2003, inoltre lo sono anche tutti quelli che, sebbene non inclusi nella precedente classificazione, possono comportare un rischio per la salute dei Lavoratori a causa delle loro proprietà chimico-fisiche o tossicologiche.
Importante è il modo in cui sono utilizzati o conservati tali prodotti sul luogo di lavoro, Nella scuola di solito si utilizzano solo prodotti commerciali con obbligo di etichetta. Però l’etichettatura non esime il collaboratore scolastico dall’attuare tutte le misure di prevenzione per limitare il rischio chimico.
Particolare attenzione deve essere attribuita alla miscibilità delle sostanze. Infatti, durante le operazioni di pulizia fatte dai collaboratori scolastici si possono verificare fenomeni di intossicazione dovuti ad uso improprio di sostanze quali ad esempio la candeggina (NaClO ipoclorito di Sodio) ed acido muriatico (HCl acido cloridrico) la cui reazione produce cloro gassoso (Cl2) tossico per inalazione.
Pertanto i recipienti e gli imballi dei prodotti che contengono sostanze e preparati pericolosi devono essere etichettati affinché sia immediatamente riconoscibile la natura del pericolo.
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