A chi supera il tetto di 18 ore di permessi per sottoporsi a esami diagnostici o fare terapie riabilitative, potrebbero venire sottratti giorni di ferie: lo segna la Cgs, Confederazione generale sindacale, facendo riferimento a una bozza consegnata ai sindacati nella trattativa in corso all’Aran sul rinnovo contrattuale del comparto delle Funzioni centrali.
“Sono davvero poche 18 ore di permessi, perché superato il monte ore viene proposto di mangiarsi le ferie” spiega all’Adnkronos Rino Di Meglio, segretario della Confederazione generale sindacale-Cgs.
“Fino ad oggi gli impiegati pubblici, che hanno a che fare con la salute, hanno potuto mettersi in malattia – prosegue – ma in particolare per gli insegnanti e più in generale per chi lavora nella scuola, ad esempio, l’opzione ferie non è praticabile perché le ferie sono legate a determinati periodi. Al di là del merito, se un insegnante dovesse fare una terapia a ottobre come fa a mettersi in ferie?” afferma il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.
“A fronte di questa proposta dovremo trovare una posizione comune in tutti i comparti perché è probabile – prosegue il sindacalista – è sempre avvenuto, che determinate norme, su permessi e assenze, dagli statali poi vengano estese anche agli altri dipendenti pubblici”.
Anche la parte economica, le risorse stanziate per i rinnovi, vengono ritenute insufficienti.
Facendo i calcoli nel comparto Istruzione, al netto delle ritenute, l’aumento dovrebbe essere, conclude Di Meglio, di circa 40 euro pro capite, che “appaiono del tutto insufficienti per un cambiamento significativo della situazione”.
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