Il decreto sulla assegnazione dei fondi alle scuole è stato finalmente emanato dal Ministro. Commenti favorevoli sul principio generale, ma critiche altrettanto negative sugli effetti perversi di un meccanismo che ha perlomeno bisogno di essere messo a punto.
L’accorpamento di tutti i finanziamenti in due soli capitoli e il trasferimento dei fondi direttamente dal Ministero sono misure che serviranno certamente a razionalizzare l’intero meccanismo e a far arrivare i soldi alle scuole in tempi più rapidi.
Ma il problema vero è quello della quantità complessiva delle risorse che, nonostante gli annunci del ministro Fioroni, sarà decisamente inferiore a quelli dello scorso anno.
Il fondo per il funzionamento ordinario subisce in molti casi un taglio “nominale” del 15-20%; ma la decurtazione effettiva è di gran lunga superiore, in quanto a partire da quest’anno non esistono più i finanziamenti aggiuntivi per far fronte al pagamento della Tarsu dovuta ai Comuni.
La tassa per la raccolta dei rifiuti dovrà quindi essere pagata con i fondi ordinari che, in tal modo, risulteranno ulteriormente ridotti.
Il trasferimento dei fondi per il pagamento delle supplenze viene modificato nel tentativo di riequilibrarne la distribuzione: in pratica a tutte le scuole verrà assegnato un budget iniziale commisurato alla consistenza dell’organico di fatto (450 euro per ciascun docente di scuola dell’infanzia o primaria, 140 euro per ciascun docente di scuola secondaria, 45 euro per ciascuna unità di personale ATA).
Il fondo potrà essere raddoppiato per far fronte ad ulteriori esigenze; e ci sarà un altro 20% che potrà essere assegnato alle scuole che dimostreranno di aver dovuto far fronte a situazioni straordinarie.
Il raffronto con il 2006 evidenzia, anche in questo caso, un calo consistente delle risorse soprattutto perché le nuove cifre comprendono anche gli oneri assistenziali a carico dello Stato che incidono almeno per il 25% sul budget di base.
I sindacati hanno già fatto sentire la propria voce; i confederali hanno chiesto un incontro con il Ministro, mentre l’ANP formula una proposta concreta: visto che le entrate fiscali si stanno rivelando superiori al previsto e visto che la scuola è stata messa dal Presidente del Consiglio al secondo posto nel nuovo “mini-programma” di dodici punti, sarebbe logico utilizzare una parte delle entrate impreviste proprio per sostenere seriamente l’autonomia delle scuole.
La sensazione però è che ormai i giochi siano fatti: proteste e proposte andavano forse fatte al momento della stesura della legge finanziaria; all’epoca, invece, sull’annuncio mediatico del Ministro (“I fondi per le scuole passeranno da 100milioni a 3miliardi all’anno”) non vi fu nessuna presa di posizione né da parte sindacale né da parte delle forze politiche. Il risultato è che l’anno ponte sarà facilmente ricordato come un anno di sofferenza.
Per visionare il decreto n. 21 del 1 marzo 2007 sulla assegnazione dei fondi alle scuole consulta il box “Approfondimenti”.