Nei giorni scorsi le immagini di una rissa nei pressi di una scuola hanno fatto il giro del web, anche grazie alla condivisione su Instagram da parte di Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Quest’ultimo ha usato i social per commentare il contenuto del video, dichiarando pubblicamente che fosse una rissa tra uno studente e un docente.
“Urge intervenire per riportare buona educazione, ordine e rispetto dentro le scuole (e fuori). Non so se siano peggio il delinquente che picchia il professore, o i suoi “amici” che riprendono col telefonino e ridono”, ha scritto il leghista, sull’onda di quanto affermato dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha fatto scalpore dicendo che l’umiliazione è utile per la crescita.
Il post del ministro ha scatenato una pioggia di commenti davvero molto aspri contro i ragazzi violenti, molti dei quali contengono soluzioni “belle e pronte” contro fenomeni del genere, dall’espulsione immediata al servizio militare per i neomaggiorenni.
Ma, a quanto pare, come riporta La Repubblica, quello che dice Salvini non è vero. L’evento ha sì avuto luogo nel parcheggio di una scuola, un istituto di Parma, ma le persone che si sono picchiate, un ragazzo e un adulto di 40 anni, non hanno nulla a che fare con l’ambiente scolastico: erano semplici passanti.
“E così, sulla base di notizie incerte e confuse, un importante leader politico nonché ministro mette in cattiva luce una scuola di Parma, parla di studenti e professori che non c’entrano e strumentalizza un bruttissimo episodio di violenza per invocare non si sa bene quale strategia repressiva – ha commentato Sandro Campanini, capogruppo del Pd in Consiglio comunale a Parma -. Ovviamente quando emerge che ha toppato mica chiede scusa, mica capita nulla, si va avanti come prima, a ogni giorno il suo post o il suo tweet. E questa sarebbe una persona che pretende di dire come si educano i ragazzi”.
Ancora non si conoscono i motivi della rissa, avvenuta lo scorso 21 novembre. Salvini, in tutto ciò, nonostante l’errore, non è tornato sui suoi passi dopo aver compiuto una tale gaffe che ha fomentato l’odio.
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