Ieri, come abbiamo scritto e come è stato ampiamente riportato dai media, come Il Corriere della Sera, c’è stata una vera e propria rissa alla Camera. Durante l’esame del ddl autonomia differenziata è stato ferito il deputato M5s Leonardo Donno, colpito da alcuni deputati fra i quali il leghista Igor Iezzi, secondo i racconti di diversi parlamentari, con due pugni in testa.
È stato necessario l’intervento dei medici che hanno portato Donno fuori dall’aula su una sedia a rotelle. Nella rissa è risultato colpito anche un assistente parlamentare intervenuto per sedare i deputati. Le immagini, inutile dirlo, hanno colpito l’opinione pubblica, sconvolta alla vista di scene di questo genere in un luogo tanto importante per la democrazia e le istituzioni.
A dire la propria è stata l’ex ministra dell’Istruzione, oggi dirigente scolastica, Lucia Azzolina. Ecco le sue parole: “E pensare che noi a scuola non facciamo altro che condannare ogni tipo di violenza verbale e fisica. Quando gli studenti vedranno queste immagini, noi dirigenti scolastici e insegnanti, cosa potremo dire? Le istituzioni dovrebbero essere esempi e modelli da seguire. PS. Faccio notare che nel video dell’aggressione sono tutti uomini”.
Effettivamente si tratta di immagini non edificanti, che non devono essere un modello per i giovani, già protagonisti di escalation di violenza.
L’anno scorso il caso relativo alla distruzione, da parte del cantante Blanco, della scenografia composta da fiori al Festival di Sanremo 2023, nel corso della serata inaugurale della kermesse canora, martedì 7 febbraio 2023, ha fatto discutere e non poco.
Il caso, analizzato da questo fronte, è da manuale: un ragazzo che non riesce a gestire una difficoltà e che, di tutta risposta, fa un gesto impulsivo e violento.
Sul tema è intervenuto anche lo psichiatra Paolo Crepet: “Viviamo violenze quotidiane nelle piazze e nelle scuole, tra chi spara pallini di gomma a un’insegnante e chi organizza risse mortali, fra chi porta alcolici tra i banchi e chi spruzza spray al peperoncino, tra chi insulta e chi minaccia i professori”.
Crepet non ha generalizzato, ma ha sottolineato la problematicità di questi frequenti fenomeni: “Non tutti i giovani sono così, ovviamente, ma sono tanti, troppi e di quella scena di calci e distruzione in diretta televisiva durante la più importante festa nazionale proprio loro non ne avevano bisogno. Anche perché in tante famiglie quella violenza è quotidianità: se passa l’idea che ‘si può perché l’hanno fatto anche a Sanremo’ si rischia di seminare grandine”, ha concluso, parlando, anche in questo caso, del rischio di emulazione.
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