Risse in tv: seducono ma lasciano l’amaro in bocca

Guardare risse, scontri verbali, incidenti in TV attira molto ma lascia con l’amaro in bocca. La maggioranza dei telespettatori attratti da trasmissioni ad alto impatto emotivo non solo non è soddisfatta della trasmissione appena guardata ma è insoddisfatta dell’intera serata passata davanti alla televisione. A rivelarlo è una ricerca sperimentale condotta da un gruppo interdisciplinare dell’Università di Milano-Bicocca (Marco Gui, ricercatore in Sociologia dei media, Marcello Gallucci, professore associato di Psicologia, Luca Stanca, professore associato di Economia Politica), presentata recentemente all’International Communication Association di Phoenix e di prossima pubblicazione sul Journal of Media Economics.
La ricerca, condotta nei Laboratori di Economia Sperimentale dell’Università di Milano-Bicocca, ha coinvolto 137 partecipanti (di cui 49 femmine), scelti tra gli studenti universitari dell’Ateneo milanese, con un’età media di 23 anni. I partecipanti hanno guardato la televisione per 10 minuti, avendo a disposizione tre programmi diversi (un serial, un talk show e un documentario) tra i quali potevano liberamente fare zapping. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: la differenza tra il primo (il campione sperimentale) e il secondo (il campione di controllo) era unicamente la presenza o assenza di una rissa verbale nel canale con il talk show.
I risultati hanno mostrato chiaramente come la presenza di uno scontro verbale abbia attirato maggiormente l’attenzione dei telespettatori: il tempo di fruizione del talk show è aumentato da 3,3 minuti nella situazione senza la rissa verbale a 4,3 minuti nella situazione sperimentale (con la rissa), con un incremento del 30%. Allo stesso tempo, tuttavia, grazie all’elaborazione di un questionario qualitativo compilato alla fine dell’esperimento stesso, è emerso come i telespettatori siano rimasti insoddisfatti: la soddisfazione legata alla visione del programma è diminuita del 2,8%, fattore che ha contribuito a rendere insoddisfacente l’intera esperienza televisiva vissuta dai soggetti durante l’esperimento (- 8,9%). La qualità percepita della trasmissione è diminuita inoltre del 15%. (vedi grafici)

“Lo studio – spiega Marco Gui – dimostra che i contenuti sensazionali in televisione attirano una maggiore audience ma diminuiscono la soddisfazione degli spettatori. Per fare un esempio, è possibile che sistematicamente una persona possa soffermarsi su un programma che giudica di bassa qualità perché viene attratta da alcuni contenuti che durante lo zapping catturano facilmente l’attenzione. Il fatto è che questa persona, al termine della visione, tende ad essere meno soddisfatta di ciò che ha visto. Paradossalmente, se potesse rifare la scelta a mente fredda, sceglierebbe diversamente. Salvo poi tornare a comportarsi in maniera contraddittoria qualora incontrasse nuovi stimoli attrattivi. Questo fenomeno è già stato dimostrato, ad esempio, nel consumo di sigarette e di alcol. La nostra ricerca ne dimostra l’esistenza anche nel consumo di TV”.

Redazione

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