La matematica rimane un po’ sempre bestia nera per gli studenti di vari cicli scolastici e di varie zone territoriali, anche se questa affermazione è un po’ più vera al Sud: questo quanto emerge dal Rapporto Nazionale INVALSI 2024 presentato oggi alla Camera dei deputati, nella Sala della Regina, alla presenza del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, del presidente INVALSI Roberto Ricci e della Responsabile Prove nazionali INVALSI Alessia Mattei.
L’allarme
Ecco le parole, riportate da La Repubblica, del presidente Ricci, a commento dei risultati più negativi conseguiti in matematica dagli studenti: “Liberiamoci dalla dittatura del valore medio, le soluzioni di crescita per i risultati più bassi non sono le stesse di quelle per i risultati più alti. Lo status dello studio matematico è allarmante: rischiamo di produrre cattivi ingegneri, medici, fisici, chimici, pedagogisti. Constatiamo, nonostante la molta cronaca nera che riguarda i giovanissimi, una riappacificazione dei giovani con l’istituzione scuola e una scuola che è stata capace di mantenerli in classe, ma che adesso deve porsi il problema dell’adeguatezza della sua attività”.
Matematica, cosa emerge dal rapporto Invalsi 2024?
Già a partire dal ciclo primario si evidenzia una considerevole differenza di opportunità di apprendimento in Matematica che si riverbera anche sui gradi scolastici successivi e interamente a svantaggio delle regioni meridionali.
La differenza tra le scuole e le classi delle scuole nelle varie aree territoriali del Paese è molto forte soprattutto al Sud in Matematica.
Alla secondaria purtroppo al Sud e Sud e Isole non si raggiunge facilmente il traguardo indicato: si passa dal 64% degli studenti al Nord al 39,5% al Sud in Matematica. I risultati fortemente eterogenei a danno del Mezzogiorno che si riscontrano in V primaria si acuiscono al termine del primo ciclo d’istruzione.