Ampi divari territoriali, problemi evidenti nell’apprendimento di alcune discipline al Sud e Isole, forti disuguaglianze interne nelle varie aree territoriali ma dati positivi in merito alla dispersione implicita, in diminuzione: questo quanto emerge dal Rapporto Nazionale INVALSI 2024 presentato oggi alla Camera dei deputati, nella Sala della Regina, alla presenza del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, del presidente INVALSI Roberto Ricci e della Responsabile Prove nazionali INVALSI Alessia Mattei.
Le prove, quest’anno, hanno coinvolto circa 1 milione di allievi e allieve della scuola primaria (classe II e classe V), circa 570.000 studenti e studentesse della scuola secondaria di primo grado (classe III) e più di 1 milione di studenti e
studentesse della scuola secondaria di secondo grado.
Ricordiamo che le prove vengono svolte al secondo e al quinto anno della primaria, al terzo della secondaria di primo grado e al secondo e quinto anno della secondaria di secondo grado. In tutti i casi vengono somministrate prove di italiano, matematica e inglese, tranne al secondo anno della primaria e della secondaria.
Nella scuola primaria i risultati mostrano segnali di ripresa, seppur modesti, soprattutto in matematica. In particolare, la percentuale di studenti di II primaria che raggiungono almeno il livello base è in crescita:
Per la quinta primaria, i risultati sono più differenziati:
In sintesi, ci sono evidenti differenze tra italiano e matematica tra Nord e Sud. E queste differenze permangono di solito fino alla quinta primaria. Per quanto riguarda l’inglese, c’è un’incoraggiante crescita, anche superando i valori pre-pandemici.
Insomma, la scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi. Già a partire dal ciclo primario si evidenzia una considerevole differenza di opportunità di apprendimento in Matematica che si riverbera anche sui gradi scolastici successivi e interamente a svantaggio delle regioni meridionali.
La differenza tra le scuole e le classi delle scuole nelle varie aree territoriali del Paese è molto forte soprattutto al Sud e in Matematica. L’indicatore di equità vede una differenza rilevante tra Reading e Listening inglese e tale diversità si riscontra in modo uniforme in tutto il Paese, mentre, in particolare per il Mezzogiorno, si osserva una forte diversità di opportunità nei risultati di Matematica.
Per gli studenti della III secondaria di primo grado, i risultati in Italiano e Matematica sono rimasti stabili rispetto agli anni precedenti, mentre in Inglese si osservano miglioramenti significativi:
Purtroppo al Sud e Sud e Isole non si raggiunge facilmente il traguardo indicato: si passa dal 64% degli studenti al Nord al 39,5% al Sud in Matematica.
Le regioni del Settentrione e del Centro mostrano un progressivo debole peggioramento, mentre le regioni del Mezzogiorno una complessiva stabilità dal 2021 in italiano. In Matematica le regioni della macro-area del Sud sono in controtendenza e mostrano risultati in leggero costante aumento dal 2021.
Insomma, come era avvenuto nel 2023, anche i risultati del 2024 confermano che si è fermato il calo in Italiano e Matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021, ma purtroppo non si riscontra ancora un’inversione di tendenza. Gli esiti di Inglese (sia listening sia reading) sono invece in netto miglioramento.
I divari territoriali rimangono molto ampi. In alcune regioni del Mezzogiorno si riscontra un maggior numero di allievi e allieve con livelli di risultato molto bassi. In particolare, solo il 48% degli studenti e delle studentesse della macro-area Sud raggiunge almeno il livello 3 in Matematica e tale percentuale scende drammaticamente al 39% nel Sud e Isole.
Si confermano, in parte ampliate, forti evidenze di disuguaglianza di opportunità di apprendimento nelle regioni del Mezzogiorno sia in termini di diversa capacità della scuola di attenuare l’effetto delle differenze socio-economico-culturali sia in termini di differenze tra scuole e, soprattutto, tra classi.
Si conferma il problema della Matematica. I risultati fortemente eterogenei a danno del Mezzogiorno che si riscontrano in V primaria si acuiscono al termine del primo ciclo d’istruzione.
Per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado, i risultati evidenziano un miglioramento generale. I principali risultati relativi al secondo anno possono essere riassunti come segue:
I risultati delle prove INVALSI al termine della scuola secondaria di secondo grado evidenziano un apprezzabile miglioramento rispetto agli anni passati in tutte le discipline osservate.
I principali risultati relativi all’ultimo anno possono essere riassunti come segue:
Anche in questo caso ci sono forti disuguaglianze tra Nord e Sud. Sono pochi al Sud e Isole, solo 7,8%, mentre al Nord si arriva al 22%.
Permangono significative differenze territoriali, con il Mezzogiorno che continua a mostrare difficoltà maggiori rispetto al Centro-Nord, soprattutto in Matematica e Listening. Tuttavia, un dato positivo è la riduzione della dispersione scolastica implicita, che nel 2024 scende al 6,6%, il valore più basso registrato.
Nel 2019 la dispersione scolastica implicita si attestava al 7,5%, per salire al 9,8% nel 2021, forse anche a causa di lunghi periodi di sospensione delle lezioni in presenza. Nel 2022 si era già osservata una leggera inversione di tendenza sia a livello nazionale, passando al 9,7% (-0,1 punti percentuali), sia a livello regionale. Tale tendenza ha poi trovato conferma nel 2023 in cui la dispersione scolastica implicita si è attestata all’8,7%, quindi in ulteriore calo.
Grazie al generalizzato miglioramento degli esiti delle prove dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado, nel 2024 la dispersione scolastica implicita scende al 6,6% e solo in due regioni italiane (Campania e Sardegna) rimane sopra il 10%. A livello nazionale, quindi, la dispersione scolastica implicita raggiunge il valore più basso da quando è iniziata la sua rilevazione (2019).
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