Il sociologo e politologo Luca Ricolfi, in un editoriale pubblicato su Il Messaggero, ha parlato dei recenti risultati nei test Ocse Pisa 2022, presentati a inizio dicembre, che hanno evidenziato un gap nell’apprendimento della matematica tra ragazze e ragazzi.
Secondo Ricolfi bisogna guardare questi risultati con un’altra prospettiva: “Legioni di commentatori e soprattutto commentatrici si sono esercitate a denunciare gli stereotipi di genere, i luoghi comuni, i pregiudizi che, convincendo le ragazze di non essere portate per la matematica, alimenterebbero vissuti di insicurezza, ne aumenterebbero l’ansia di fronte ai test, le convincerebbero ad evitare le carriere scientifiche (lauree Stem), e le indirizzerebbero verso percorsi di studio svalutati e alla fine poco gratificanti, come l’insegnamento. Io trovo tutto questo abbastanza umiliante per le studentesse, e per le donne in generale. Alla radice di queste analisi vi è, infatti, una idea della donna come soggetto passivo, condizionabile, e in definitiva privo di autonomia”, ha esordito.
“Una visione nuovissima nell’accanimento con cui, forse anche sotto la spinta emotiva del dibattito sui femminicidi, si ostina a descrivere le giovani donne come vittime dell’educazione (patriarcale) ricevuta, incapaci di perseguire i propri interessi e di effettuare scelte veramente libere”, ha aggiunto.
Ecco altri tasselli della sua analisi: “Perché drammatizziamo il gap in matematica, sfavorevole alle ragazze, e non diciamo nulla sul gap in lettura, in cui sono i ragazzi a essere molto indietro rispetto alle ragazze? Nessuno ha preso in considerazione l’ipotesi che il nostro (di noi donne) handicap in matematica sia dovuto al fatto che né i test ‘Pisa’ né i test Invalsi misurano davvero la capacità matematica, che è innanzitutto capacità di astrazione e deduzione”.
Secondo l’esperto hanno più valore le valutazioni dei docenti: “Grazie al ministero dell’Istruzione e del Merito ho potuto analizzare i dati degli esami di terza media, e il risultato è sconcertante per i teorici del gender gap: il gap esiste, ma è a favore delle ragazze, che vanno meglio dei ragazzi in tutte le materie, compresa la matematica. Possibile che gli insegnanti, che conoscono i loro allievi e li seguono lungo tutto l’anno, siano giudici meno capaci di un test computerizzato somministrato una volta soltanto?”.
I risultati degli studenti italiani in matematica (471) sono in linea con la media OCSE (472). I paesi asiatici sono in testa, con risultati ben al di sopra della media. In basso alla classifica molti Paesi sudamericani.
Per quanto riguarda la lettura, l’Italia (482) si pone in una posizione più alta rispetto alla media OCSE (476). Situazione opposta in scienze: qui gli studenti italiani (477) si classificano molto in basso rispetto alla media OCSE (485)
Secondo Invalsi sono molte le differenze di genere. In matematica sono i ragazzi ad avere la meglio sulle compagne; tradizionalmente, invece, in lettura la situazione è capovolta.
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