Il Rapporto Nazionale INVALSI 2024 viene presentato oggi alla Camera dei Deputati, nella Sala della Regina, alla presenza del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, del presidente INVALSI Roberto Ricci e della Responsabile Prove nazionali INVALSI Alessia Mattei.
Il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha inviato un messaggio: “Occasione per valutare il sistema scolastico e nuove misure. L’esito delle prove è uno strumento prezioso per orientare le scelte dei decisori politici. Alto tasso di partecipazione ha restituito un’analisi più accurata. L’educazione deve essere la chiave con cui rafforzare sempre di più la nostra democrazia. Bisogna garantire a tutti gli studenti pari opportunità. Le indicazioni di INVALSI potranno essere un contributo”.
Ecco l’intervento del capo del dicastero di Viale Trastevere a commento dei risultati INVALSI di quest’anno: “Ringrazio i ricercatori INVALSI e il presidente Ricci. I dati che oggi vengono presentati si riferiscono ad un’indagine svolta tra il primo e il 31 maggio 2024. Si tratta di un giudizio sulla politica fatta in questi anni da questo Governo, si tratta di una valutazione su milioni di studenti, quasi due”.
“I risultati mostrano sin dalla primaria un importante miglioramento. Questi segnali si hanno su aspetti che ci hanno visto sempre in fondo alle classifiche. Parlo della seconda primaria, dove si coglie un incremento sulla matematica. Al termine della quinta primaria in italiano si raggiungono di nuovo i risultati pre pandemia. Si hanno miglioramenti rilevanti in matematica e in inglese si arriva a risultati migliori rispetto a quelli pre pandemia”.
“I risultati al termine della secondaria di primo grado rimangono invariati al Sud, ma c’è un peggioramento sulla conoscenza dell’italiano al centro Nord. Da qui Agenda Nord. Qui si sente anche l’incidenza di molti stranieri che non conoscono bene l’italiano”.
“Nella secondaria di secondo grado c’è davvero una svolta. Un vero aumento si ha al Sud. Ma è soprattutto sulla dispersione scolastica che si hanno risultati clamorosi. Quella implicita è del 6,6%, era dell’8% nel 2023, del 7,5% nel 2019. Abbiamo migliorato di quasi un punto percentuale il livello pre Covid. Così come è anche interessante la quota di studenti eccellenti. Aumentano nel 2024, ma soprattutto la quota di studenti eccellenti aumenta nel Sud. In quanto alla dispersione esplicita i dati sono riferiti al 2023. Si prevede, per il 2024, una dispersione esplicita del 9,4% L’obiettivo Pnrr 2026 è 10,2%. Lo abbiamo praticamente raggiunto, siamo quasi all’obiettivo 2030 che è 9%”.
“Immetteremo docenti specializzati per insegnare agli studenti stranieri. Dobbiamo investire in Agenda Sud che dimostra di funzionare. Dobbiamo estendere il tutor anche alla scuola media. Dobbiamo realizzare Agenda Nord. Dobbiamo attuare rapidamente la riforma dell’istruzione tecnico professionale, in cui si prevede il rafforzamento dell’italiano. Dobbiamo insistere sul potenziamento della didattica innovativa e tecnologica, con un’IA a servizio di docenti e studenti, sulla formazione degli insegnanti. Abbiamo investito 25 milioni di euro per apparati audio visivi per gli studenti con disabilità. Dobbiamo sempre più modernizzare la didattica ricordando che la guida del docente è fondamentale, visto che è capace di motivare, di accendere l’entusiasmo. Dobbiamo evitare la deresponsabilizzazione dell’utilizzo di ChatGpt. Ci sono centinaia di ricerche scientifiche sui danni dell’uso dei cellulari nei bambini”.
“Calo della fiducia nei confronti dei docenti? Io ho grande fiducia nella scuola, nel lavoro dei docenti italiani. Questi straordinari risultati sono frutto di tutta una serie di provvedimenti che abbiamo adottato ma anche della competenza e della passione dei docenti, dei dirigenti e del personale. Il mio vuole essere un ringraziamento per la scuola italiana, per quello che ha saputo fare negli anni difficili del Covid e della ripresa. Andiamo avanti, la strada è tracciata, dobbiamo insistere su questa direzione”, ha concluso.
“Anche quest’anno esaminiamo attentamente i risultati delle prove INVALSI, scaturiti dalle verifiche periodiche e sistematiche sugli esiti di apprendimento degli studenti per procedere all’autovalutazione delle istituzioni scolastiche. In particolare, questo strumento è utile al Ministero della Istruzione e Merito per far emergere eventuali carenze e divari, al fine di colmarli, ridurre il fenomeno dell’abbandono, ma anche proseguire la strada della valorizzazione del merito. Ebbene, i dati di quest’anno sono incoraggianti, e registrano un graduale superamento delle difficoltà post pandemia sia dal punto di vista dei saperi, in particolare per quanto riguarda la Matematica, frutto dell’investimento sulle STEM, sia per quanto riguarda l’incidenza sulla dispersione scolastica che, in entrambe le forme implicita ed esplicita, registra un rilevante calo e una inversione di tendenza. Questo a conferma che le importanti misure messe in campo stanno funzionando. Mi riferisco ad Agenda Sud ed Agenda Nord, alla Riforma dell’orientamento e agli ingenti investimenti sull’innovazione e transizione digitale. I dati mostrano anche un aumento di ottimi risultati scolastici, dato che benché differenziato tra le diverse aree nazionali è in miglioramento ovunque. Un incoraggiamento quindi a proseguire la strada intrapresa con le riforme, dell’inclusione e del merito”, questo quanto dichiara la sottosegretaria all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti.
“Nonostante i segnali di ripresa, che in diversi casi segnalano che le competenze degli studenti e delle studentesse ritornano ai livelli prepandemia, il Rapporto INVALSI 2024 – che misura le competenze di bambini, bambine e adolescenti della scuola primaria e secondaria di I e II grado in Italia – evidenzia ancora ampi divari territoriali e forti disuguaglianze che penalizzano le opportunità di crescita e di apprendimento dei bambini e delle bambine che vivono nelle aree più svantaggiate del Paese, in particolare al Sud e nelle Isole”. Lo sottolinea Save the Children, commentando i dati presentati.
“Nonostante alcuni segnali positivi, come il calo della dispersione implicita e il miglioramento generalizzato delle competenze in matematica, il Rapporto mette in luce disuguaglianze territoriali che ancora preoccupano e che confermano l’urgenza di un investimento di lungo periodo a partire dalla scuola primaria per garantire ai bambini e alle bambine del Sud e delle altre aree più svantaggiate uguali opportunità educative e di crescita – questo quanto dichiara Antonella Inverno, Responsabile Ricerca, Analisi e Formazione di Save the Children – È necessario procedere speditamente alla definizione di Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) in ambito educativo che garantiscano a tutti gli studenti e le studentesse, oltre a una rete di asili nido di qualità, il servizio di ristorazione scolastica e il tempo pieno nelle scuole primarie in tutte le regioni”.
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