I lettori ci scrivono

Risultati RSU e la politica suicida dei sindacati autonomi

Gentile redazione,

Mi permetto di fare un breve commento sui risultati RSU 2022. Con una lentezza inspiegabile, fra qualche mese, “forse”, verranno pubblicati da parte dell’ARAN i risultati definitivi delle elezioni RSU 2022.

Sono dati che segnano la rappresentatività delle varie sigle sindacali che in soldoni vuol dire non solo sedere ai tavoli di presunte trattative ma vuol dire soprattutto esoneri e permessi sindacali, ovvero il pane quotidiano dei sindacati o meglio dei sindacalisti.

Ma queste sono cose che sanno tutti e da molto tempo e, forse, oggi non interessano nemmeno più di tanto. A noi interessa analizzare i risultati anche se non definitivi di quest’ultima elezione.

È inutile dirvi che tutti hanno gridato e grideranno di aver vinto o solo semplicemente di non aver perso e qualcuno griderà, come fanno i partiti politici, che il risultato è più che soddisfacente perché era previsto un risultato peggiore. Noi ci soffermiamo sui dati, ripeto, non definitivi ma pur sempre indicativi di un orientamento della scuola che continua a premiare le sigle confederali, CGIL, CISL e UIL nonostante i loro errori, omissioni e tradimenti soprattutto verso i precari e nel contempo la scuola continua a penalizzare i sindacati autonomi, particolarmente Snals e Gilda, in particolare il primo, che nella seconda metà del secolo scorso era il sindacato referente per docenti e dirigenti.

Com’è possibile che dal 2000 lo Snals abbia perso otto punti percentuali? Con una continua ed inesorabile dei consensi, elezione dopo elezione?

Nel 2022 lo Snals è sceso al 12% dei consensi, ben lontano da CGIL, 27,3%, CISL 24,5%, UIL 17,7%.

Anche la Gilda, dopo essere scesa ai minimi storici nel 2012, ha recuperato nel 2015/2018 per fermarsi all’8% mentre ANIEF si è presentato soltanto nel 2018 e ha raggiunto il 6% confermato nel 2022.

Allora come bisogna leggere questi risultati? Che spiegazione possiamo dare di questo inequivocabile declino dei sindacati autonomi? L’unica spiegazione, a mio parere, la si può trovare nella evidente appiattimento dei sindacati autonomi sulle posizioni confederali. Se Snals e Gilda sono allineati sulle posizioni confederali allora tanto vale votare, seguire, sostenere un sindacato confederato.

Allora perché i sindacati autonomi continuano questa politica suicida? È pure evidente che entro dieci anni, continuando questo trend delle adesioni, i sindacati autonomi perderanno la rappresentatività e con essa i benefici connessi cioè “esoneri e permessi sindacali”.

Cosa ci vuole per recuperare la propria autonomia e prendere le distanze dai confederali? Ci vuole un’anima! Ci vuole la passione che dà il coraggio di dire le cose come stanno e guardare in faccia la verità! Ci vuole la condivisione vera dei problemi dei lavoratori! Per avere anima, passione e condivisione i sindacalisti non devono ridursi a ruolo di impiegati in mega strutture sindacali ma devono rinnovarsi, tornare a respirare l’aria delle aule e vivere il disagio del personale sempre più burocratizzato e sottoposto a dirigenti tanto più arroganti quanto più sono impreparati. Bisogna riaccendere il fuoco delle grandi battaglie, bisogna tornare a sognare grandi traguardi come la doverosa stabilizzazione delle migliaia di precari.

Bisogna tornare a sfidare il Governo sul piano di una politica scolastica dove nessun soggetto può essere mortificato da meschini interessi da bottega.

Allora, solo allora, il sindacato autonomo ritroverà il consenso del personale della scuola.

Gianluca Rottu

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