Rita Amedeo è una ragazza che si è appena laureata in Farmacologia e Farmacoterapia presso l’Università di Bari. Fin qui nulla di strano. Rita, però, è la figlia di un dipendente comunale ucciso il 25 aprile davanti alla sede dell’azienda e non sono mancati momenti di grande commozione presso l’aula magna della facoltà di Farmacia per la discussione della tesi di laurea: 110 e lode per una tesi su potenziale terapeutico della Taurina nella distrofia muscolare di Duchenne.
Rita, malgrado il gravissimo lutto, ha voluto portare a compimento i suoi studi. Alla fine è scoppiata in lacrime dopo aver letto la dedica nella sua tesi di laurea rivolta ai genitori.
“Non sappiamo come abbia fatto, sembrava quasi fosse riuscita a sdoppiarsi, a chiudere per quei venti minuti la porta della sua mente dietro la quale serbava il ricordo della terribile morte del padre”, hanno detto i parenti al Corriere del Mezzogiorno, che hanno assistito alla seduta di laurea.
Non c’era la sua mamma, impegnata a organizzare il funerale che si svolgerà domani e a preparare la camera ardente che è stata aperta ieri pomeriggio. C’erano i suoi nonni paterni, la zia e la cugina ventiquattrenne, sua coetanea.
Rita ha lasciato una copia della sua tesi nella bara del genitore. “Ringrazio il mio papà, per l’interesse dimostrato verso ciò che studiavo, per avermi da sempre fatta sentire la “farmacista” di casa, mostrandosi sempre dalla mia parte”.