Il Regolamento sui curricoli della scuola di base è stato ritirato dalla Corte dei Conti mentre era ancora in corso l’esame di alcuni punti; il Governo ha assunto questa decisione avendo preso atto che il concreto avvio della riforma sarebbe stato del tutto impossibile.
Insieme al Regolamento sono stati ritirati anche altri tre decreti: quello sull’innovazione della Scuola dell’Infanzia, quello sulla riduzione oraria a 32 ore settimanali di lezione negli istituti superiori che funzionano a 40 ore (prevalentemente Istituti Professionali) e quello sulla formazione universitaria degli insegnanti.
Non appena la notizia si è diffusa le prese di posizione si sono moltiplicate.
E’ ovviamente molto critico Luigi Berlinguer, ex ministro della Pubblica Istruzione: "Si tratta di un provvedimento riformicida. Ci sono persone, insegnanti, famiglie coinvolte, risorse finanziarie già tutte impegnate nell’attuazione della riforma e tutto questo si perderà. Si potevano introdurre correttivi in itinere, e invece…"
Massimo Di Menna, segretario nazionale di Uilscuola sostiene invece che il ministro Moratti ha fatto bene a prendere tale decisione.
Ancor più favorevole il commento della Gilda, il cui coordinatore nazionale Alessandro Ameli ha dichiarato: "Ha fatto benissimo il ministro Moratti a ritirare quel decreto inattuabile. E’ dal 26 novembre 2000 che Gilda chiede la sospensione della legge 30. Se fosse entrata in vigore la riforma si sarebbe scatenato il caos”.
Favorevoli alla decisione del Governo anche i dirigenti scolastici aderenti all’Anp: "Si tratta di un intervento annunciato – sostiene il presidente Giorgio Rembado – Del resto la stragrande maggioranza del personale della scuola è d’accordo. Strutture e personale non erano ancora pronti ad affrontare un tale cambiamento. Si continuerà quindi come l’anno scorso". Ma adesso gli occhi di tutti sono puntati sulle imminenti decisioni del Consiglio dei Ministri in materia di “devolution”.
Enrico Panini, segretario nazionale di Cgilscuola, non ha dubbi e dichiara: “Siamo in presenza di un’inaccettabile offensiva a tutto campo del Governo contro la scuola pubblica; non solo, ma questo provvedimento rappresenta anche una limitazione autonomia delle scuole”.
In poche ore – sottolinea ancora Panini – il Governo ha assunto iniziative inequivocabili: oltre al blocco della riforma e al programma di “regionalizzazione” vi è anche l’impegno del presidente Berlusconi per una completa integrazione fra scuola pubblica e scuola privata annunciato al termine dell’incontro con il Papa.
"Tutto falso – replica prontamente Valentina Aprea, sottosegretario all’Istruzione – l’autonomia è regolata da altre norme che il Governo vuole semmai rafforzare. Quanto ai decreti ritirati, va detto che in alcuni casi furono proprio i sindacati a sollevare questioni: per esempio sul decreto che riduce a 32 le ore di lezione in alcuni tipi di scuola, la Cgilscuola non era d’accordo".
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