Dopo l’annuncio del probabile contagio da COVID-19, nella scorsa primavera, dopo quello del suo rientro a scuola, dopo due anni di scioperi e impegni internazionali, Greta Thunberg, la notissima attivista e ambientalista svedese, la più giovane Person of the year per il Times, capace di relazionarsi davanti a centinaia o anche migliaia di persone, capace di incontrare presidenti e politici di tutto il mondo, fa di nuovo sentire la sua voce, mentre si avvicina il 25 settembre, Giornata Globale di Azione per la Giustizia Climatica.
I gruppi di Fridays For Future di tutta Italia si uniranno ad altre migliaia di città del mondo nella protesta per il diritto ad un futuro, attraverso azioni, flash mob e mobilitazioni, lo hanno appena comunicato gli eco-paladini italiani, seguaci di Greta che hanno organizzato una nuova ondata di iniziative che sicuramente interesseranno tutta Italia.
Da qualche anno Thunberg è un’icona di riferimento per gli adolescenti in tutto il mondo e a loro molto spesso si rivolge per coinvolgerli nelle azioni di protesa e nelle sue campagne; attraverso il suo attivismo, Greta Thunberg ha dimostrato che i giovani sono pronti a prendere posizione e a guidare il cambiamento nel mondo.
Quanto Greta Thunberg sta facendo in questi ultimi mesi è sensibilizzare chiunque voglia ascoltarla sulle necessarie misure di precauzione da prendere per proteggersi dalla pandemia, ma, da ambientalista, ha anche molto da dire su quanto, positivamente e negativamente, le misure che nel mondo sono state adottate per limitare la diffusione del virus, abbiano paradossalmente ridotto le emissioni e l’inquinamento.
Thunberg anche durante la pandemia è stata attiva, attraverso la sua fondazione no profit, da lei creata per aiutare a combattere il cambiamento climatico: in un video postato su Instagram per sostenere la campagna dell’Unicef, la diciassettenne ha detto: Sono sempre le persone più povere e vulnerabili a soffrire di più a causa di una crisi, che si tratti della crisi climatica o della crisi della corona, e anche se i bambini non sembrano essere il gruppo target primario per la crisi della corona, la vita dei bambini è ancora a rischio. Ora dobbiamo agire tutti insieme per proteggere i bambini e porre fine alle conseguenze devastanti del coronavirus. I bambini sono il futuro e devono essere protetti.
Già ad aprile l’ambientalista svedese aveva affermato che è noto che siano necessari l’aiuto al mantenimento dell’immunizzazione critica per i bambini e il sostegno alle opportunità di apprendimento a distanza per coloro che attualmente non possono accedere alla scuola. E ha aggiunto I bambini e i giovani sono tra i più duramente colpiti dagli effetti a catena di Covid-19, quindi è naturale che vogliano fare qualcosa al riguardo.
Dalla Svezia, mentre era a scuola, durante l’intervallo dalla bilbioteca, Greta si è collegata in questi giorni con la Mostra del Ceinema di Venezia, dove è stato presentato il film “ I am Greta” affermando la crisi del Covid ha colpito tutti, sconfiggere il virus è una priorità, non si possono gestire due crisi insieme: per questo le questioni ambientali, la lotta sul Climate Change è stata messa in pausa, invece dobbiamo capire che è urgente e non si può mollare se vogliamo avere un future.
A causa della pandemia, quest’anno potrebbero cadere in condizioni di estrema povertà altri 66 milioni di bambini, che si aggiungono ai 386 milioni di bambini in condizioni di estrema povertà stimate per il 2019 e per questo Greta negli ultimi mesi la teenager svedese ha fatto numerose donazioni per supportare i più vulnerabili nel mondo nella loro sopravvivenza rispetto alla pandemia.
Greta Thunberg ha detto che donerà 100.000 euro (90.175 sterline) di premi in denaro per aiutare ad affrontare la diffusione di Covid-19 nell’Amazzonia brasiliana; il premio Gulbenkian – 1 milione di euro – da lei ricevuto per impegno e la forte ricaduta sulla popolazione mondiale delle sue azioni, sarà devoluto attraverso la sua fondazione a diverse organizzazioni e progetti che lavorano per aiutare le persone in prima linea, colpite dalla crisi climatica e dalla crisi ecologica, soprattutto nel sud del mondo.
Inoltre, 80.000 dollari sono stati dati alle Nazioni Unite per sostenere in particolare i bambini nelle zone più colpite dal COVID19. E analogamente una donazione è andata all’UNICEF nell’ambito di Human Act.
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