Il piano per il recupero dei debiti formativi, proposto dal ministro Giuseppe Fioroni, vede il ripristino dei test a settembre. Ciò a seguito del fallimento del sistema di valutazione, attraverso debiti e crediti formativi, introdotto dall’ex ministro Francesco D’Onofrio nel 1995.
Il giudizio di fine anno slitterà a settembre se gli studenti avranno, a conclusione dell’anno scolastico, riportato debiti formativi. La bozza di decreto verrà sottoposta ai sindacati e al Consiglio nazionale della pubblica istruzione. Secondo gli ultimi sondaggi, il 40 per cento degli studenti accede alla classe successiva con debiti e solo il 25 per cento di questi riesce a recuperarli.
Da qui l’esigenza di cambiare rotta. I corsi di recupero, che dovrebbero essere a carico delle scuole, dovrebbero concludersi entro il 31 agosto di ogni anno lasciando una settimana di tempo alle istituzioni scolastiche per organizzare il nuovo scrutinio.
Resta sempre in agguato l’ombra della scarsità di fondi che dovrebbero permettere l’operazione a tappeto su tutto il territorio nazionale. Già cifre considerevoli sono state stanziate per l’apertura delle scuole nel pomeriggio, in modo da far fruire delle attrezzature e delle strutture gli alunni anche fuori dall’orario curriculare, ma bisogna recuperarne di altre.
Secondo la Disal (Dirigenti scuole autonome e libere), gli articoli 6 e 7 del decreto (il decreto si compone di 11 articoli) “costituiscono un ritorno tout court agli esami di riparazione, caricando la scuola di un nuovo onere, con la gestione dei corsi di recupero durante l’estate e l’organizzazione degli esami a settembre, che realisticamente, allo stato attuale, non è in grado di svolgere in modo qualitativo ed efficace. Dato che la maggior parte dei docenti sarebbe impegnata con gli esami di maturità, sarebbe necessario ricorrere massicciamente a soggetti esterni, e la necessità di effettuare le prove e gli scrutini per tutti gli allievi con insufficienze (ex debiti) vanificherebbe la possibilità di iniziare le lezioni entro il 10-15 settembre”.
Il decreto dovrebbe essere emanato al più presto ed essere esecutivo già dal primo quadrimestre di quest’anno scolastico e forse si potrebbero prospettare opportunità anche per docenti esterni, grazie ai quali, molti problemi economici e organizzativi potrebbero essere superati. Gli unici a non gioire di questa iniziativa sono gli studenti che vedrebbero compromesse le loro vacanze nel caso in cui dovessero contrarre dei debiti. Forse un maggiore sprone a studiare meglio e salvare l’estate, sempre ricca di avventure e divertimento.