Non c’erano gli universitari, racconta il Messaggero, in piena sessione di esami, né i docenti: la piattaforma è stata sottoscritta unicamente dagli studenti medi di 52 istituti romani. E’ stata una manifestazione non autorizzata il cui percorso, come d’abitudine, è stato concordato metro dopo metro con le forze dell’ordine. Il corteo è passato per Montecitorio, per poi arrivare davanti al ministero dell’Istruzione.
Gli studenti dicono: “Questa volta non abbiamo grandi scopi, come palazzi o bersagli da colpire faremo sentire la nostra voce, questo è quello che ci importa. Eviteremo attentamente lo scontro, l’ultima cosa che vogliamo è essere strumentalizzati in piena campagna elettorale da qualche politico perbenista che vuole farsi bello sulla nostra pelle”.
Quanto alle motivazioni, toccano gli stessi temi aperti nell’autunno scorso: “Vogliamo fare sentire la nostra voce in questa campagna elettorale, che parla di tutto meno che dei problemi delle nostre scuole. Ma attenzione, non vogliamo chiedere nulla a questo o quel partito perché non ci sentiamo rappresentati da nessuno. Tutti hanno risposto alla crisi con lo smantellamento del welfare appoggiando le politiche di austerity del governo Monti”. Nessun cambiamento verrà dalle urne, questa è la loro convinzione: “L’alternativa sta nella lotta – spiegano – non nei seggi elettorali”.
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