I lettori ci scrivono

Ritornare alla scuola in cui impegno e sacrificio erano fondamentali

Baumann aveva coniato il termine di “società liquida” e Calvino aveva parlato di “leggerezza” e tutti e due non immaginavano minimamente che nella scuola di oggi vi sarebbero stati gli studenti “liquefatti” e “leggeri”, cioè coloro i quali non conoscono affatto la strada del sacrificio, dell’impegno, dello studio serio e responsabile, ma soltanto la strada della futilità, del vuoto, dell’inconsistenza o, per dirla meglio, dell’insostenibile leggerezza dell’essere.

Un tempo esisteva l’impegno, il dovere, il sacrificio, invece, oggi questi assiomi sono del tutto scomparsi.

Gli studenti non li amano più, ma soprattutto non li capiscono più questi concetti, abituati, come sono, a non conoscere la fatica, bensì ad avere tutto e subito cercando disperatamente la via più facile per arrivare al successo.

Ė la strada del “facile successo” l’indicatore di una società senza schemi, senza regole, senza diritti, senza doveri, società in cui le conquiste non si assaporano più, ma si pretendono a tutti i costi.

Gli studenti della “società liquida” sono spalleggiati da quei genitori che vogliono farli credere a tutti i costi che sono dei geni “incompresi”, quando, invece, si portano dietro una preparazione lacunosa, che col passare del tempo, determinerà una sorta di “mostro” che si muove da solo nel mondo. Ecco perché bisogna abituare i ragazzi ad avere consapevolezza dei propri limiti e delle proprie reali capacità. La società del “tutto facile” senza ostacoli da superare produce degli automi che non sapranno confrontarsi con la vita reale, avendo sempre avuto la strada spianata.

Superare le difficoltà, essere consapevoli dei propri limiti significa avere coscienza e stima di se stessi e, di converso, degli altri. Imparare a scontrarsi con la realtà pone i nostri studenti nella condizione di maturare, di crescere, di diventare protagonisti di se stessi, altrimenti avremo in futuro solo persone futili, leggeri, inconsistenti, incapaci di capire il mondo che li circonda.

La società ipertecnologica è la diretta responsabile di quella “liquida” che ha reso i giovani schiavi degli smartphone, drogati di videogiochi che non fanno altro che obnubilare la mente, invece, di aprire gli orizzonti della conoscenza.

Siamo, quindi, di fronte a studenti “liquefatti”, mollicci, privi di stimoli che la scuola con una tecnologia imperante e predominante non è più in grado di offrire, perché il docente che, un tempo era trasmettitore di nozioni, si è trasformato il facilitatore, o meglio di una persona che deve sempre spianare la strada agli alunni, senza minimamente metterli in difficoltà, ma solo a proprio agio.

Mario Bocola

I lettori ci scrivono

Articoli recenti

Supplenze tra due periodi interrotti da sospensione delle lezioni: quando spetta la conferma e quando la proroga del contratto

Il conferimento delle supplenze temporanee si attua mediante la stipula di contratti di lavoro a…

19/11/2024

L’erede al trono di Norvegia arrestato per stupro: né patriarca né straniero

Se il patriarcato non c’entra, ma c’entra il fenomeno degli stranieri che stanno arrivando in…

19/11/2024

Assenze del docente cavallo con il fine settimana, cosa c’è da sapere e vediamo quando la domenica va computata e quando invece no

Un nostro affezionato lettore, docente in un Istituto Comprensivo in cui vige la settimana corta,…

19/11/2024

Censure scuola, in Florida i genitori fanno rimuovere i libri: in tre anni banditi 4.561 testi come “Arancia Meccanica” e “1984”

Ancora censure nelle scuole degli Stati Uniti : in Florida sono tantissimi i libri che…

19/11/2024

Concorso docenti 2024, bando e requisiti per partecipare

Ormai manca poco all'attesissima pubblicazione del prossimo bando del concorso docenti 2024. Come ha già…

19/11/2024

Amici, collaboratrice scolastica del liceo di un allievo scrive Maria De Filippi: “Forse non mi credi, ma ci speravo più di lui”

Nella puntata del daytime di oggi, 19 novembre, del talent show Amici, in onda su…

19/11/2024