Home Archivio storico 1998-2013 Estero Ritorni all’antico, ecco l’inno nazionale all’inizio d’ogni settimana di lezioni

Ritorni all’antico, ecco l’inno nazionale all’inizio d’ogni settimana di lezioni

CONDIVIDI
Intonare l’inno nazionale all’inizio di ogni settimana di lezioni: quella che sembrava destinata ad essere una pratica d’altri tempi, da ritrovare solo sui libri di storia, tra una decina di giorni sarà un dovere di tutti gli studenti delle scuole slovacche.
Per applicazione della cosiddetta legge “di sostegno al patriottismo nazionale”, approvata ad inizio marzo dal Parlamento di Bratislava (77 sì su 122 deputati presenti), da aprile saranno obbligati a intonare l`inno nazionale,.
Contro l’approvazione della norma si sono espressi sino all’ultimo diversi esponenti dell’opposizione del Governo sloveno, per i quali l’amor patrio non è sentimento da imporre per legge. Ma anche i rappresentanti della minoranza ungherese presente nel paese, che in Slovacchia costituisce il 10% degli abitanti su una popolazione complessiva di cinque milioni e 530 mila persone.
L’obbligo di intonare l’inno nazionale – proposta dal Partito nazionale slovacco (Slovenska narodni strana, Sns) una forza politica che fa parte dell`attuale coalizione di Governo – non riguarda solo la scuola: riguarda anche ogni riunione del Consiglio dei ministri e seduta del Parlamento nazionale. E disposizioni precise sono state impartite a televisione e radio di stato sullo spazio da riservare costantemente nelle trasmissioni alla canzone nazionale, il cui titolo è “Nad Tatrou sa blýska” (Un fulmine sui monti Tatra), composto nel 1884. Come a tutti gli impiegati pubblici, tenuti a prestare un giuramento in forma solenne di fedeltà allo Stato slovacco.

Si tratta di decisioni che rientrano in una spinta nazionalista ad ampio raggio: sempre nel corso di questa legislatura, l`esecutivo del premier Robert Fico (Smer) ha fatto approvare una legge sulle lingue, diretta a tutelare e valorizzare lo slovacco rispetto agli altri idiomi che si parlano nel Paese. Ma aderire all’Unione Europea (la Slovacchia è stata ufficialmente inclusa nel 2004, dopo poco più di un decennio dalla sua costituzione derivante dalla scissione dalla Cecoslovacchia) non dovrebbe comportare l’accettazione di una visione della gestione dello Stato rispettosa delle radici, ma anche più allargata a prospettive di crescita sovranazionali?