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Ritorno a scuola 1° febbraio, ma il virus c’è: perché Azzolina e Speranza non fanno avere i dati sui contagi? Denuncia Gilda

In tempo di Covid-19, la parola d’ordine è “monitorare”. Ma chi monitora le scuole? Quali sono le certezze che hanno convinto prima il governo ed ora ulteriori Regioni far tornare in classe un altro milione di studenti delle superiori lunedì 25 gennaio, seppure con solo il 50’% di iscritti in presenza? È sufficiente guardare al calo di contagi e dell’indice rispetto ai tamponi effettuati negli ultimi giorni? Può essere esaustivo il dato dell’Istituto Superiore di Sanità sull’indice Rt nazionale sceso sotto quota 1 rimarcato anche dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina? A chiederlo sono i sindacati, ma anche gli stessi governatori che sinora hanno tenuto “duro” facendo rimanere a casa gli allievi della secondaria di secondo grado.

Lunedì riprendono pure Basilicata e Veneto

Adesso, però, anche i più scettici stanno vacillando: in Basilicata – zona gialla dallo scorso 11 gennaio e dove da alcuni giorni i contagi da coronavirus sono in costante calo – gli studenti delle scuole superiori ritorneranno in aula al 50% lunedì 1° febbraio. E pure il Veneto sembra essersi convinto.

“Resto convinto dagli scienziati – ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia – che dovremo monitorare fortemente il tema scolastico, perché si aumenta un po’ di più il rischio”.

“Prudentemente – ha aggiunto – si andrà al 50% in prima fase, noi usciamo acciaccati da questa avventura di due mesi e mezzo”.

“Faremo un focus periodico sulle superiori”

Zaia quindi annuncia: “faremo un focus periodico sulle superiori, perché è giusto fare il monitoraggio con i veneti. Io tifo per il 100%, perché vorrebbe dire che abbiamo finito. Ma il Governo dice “da 50% al 75%”, il che vuol dire che il virus c’è”

I sindacati, invece, pretendono che monitoraggi e dati vengano realizzati dalle massime istituzioni. La Gilda ha formulata la richiesta in corrispondenza del rientro dalle festività natalizie. Senza però avere risposta.

La Gilda contro il mutismo dei ministri

“Sono trascorse due settimane – ha detto Rino Di Meglio, coordinatore nazionale Gilda degli Insegnanti – da quando abbiamo inviato una richiesta formale ai ministeri dell’Istruzione e della Salute per conoscere i dati dei contagi da Covid-19 su tutta la popolazione scolastica, ma non ci è ancora giunta alcuna risposta. Invece di trincerarsi dietro il mutismo, Azzolina e Speranza (i ministri dell’Istruzione e della Salute, ndr) farebbero una figura migliore se ammettessero di non disporre dei numeri che abbiamo chiesto”.

Di Meglio punta ancora il dito sulla “ministra dell’Istruzione”, la quale “afferma che oggi ci sono le condizioni per riprendere le lezioni in presenza e, rivolgendosi agli studenti che protestano per ottenere un rientro a scuola in sicurezza, li invita a tornare in aula. Ebbene – incalza Di Meglio – vorremmo sapere quali sono i dati epidemiologici che sostanziano le parole della titolare di viale Trastevere e di condividerli rendendoli pubblici”.

Il leader della Gilda, quindi, torna a chiedere quelle “risposte che cerchiamo” sui contagi che riguarda studenti, docenti e personale della scuola “e a cui tutta la popolazione scolastica ha diritto”.

Alessandro Giuliani

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