È oramai certo l’elevato numero di assenze degli alunni dovute ai contagi da Covid previste nel giorno del ritorno in classe per quasi tutti. Il rischio fondato è che lunedì il 10 gennaio si trasformi davvero di una “falsa partenza”, perché anche tra il personale è probabile che vi saranno diverse defezioni, superiori alle 40-50mila dovute alle sospensioni di chi non ha provveduto vaccinarsi. Nei giorni scorsi si stimavano 20mila contagiati, ma si teme che siano molti di più: non a caso, il leader dell’Anp, Antonello Giannelli, ha parlato di 100mila lavoratori assenti. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, non ha nascosto il pericolo: parlando in serata al Tg3, ha ammesso che “c’è sicuramente la possibilità che domani manchi del personale”. E sarebbe un problema non di poco conto, perché a causa di una norma.
“Noi – ha aggiunto il titolare del Mi – abbiamo dato 400 milioni per rinnovare e potenziare il personale proprio per l’emergenza legata al Covid. Si tratta di 35 mila docenti e di altrettanto personale tecnico in più (il totale degli insegnanti e Ata Covid quest’anno si ferma in realtà a 44mila unità con contratto assicurato tra l’altro solo fino al 31 marzo prossimo, n.d.r.)”.
Bianchi ha quindi tenuto a dire che non è detto che le assenze tra docenti e Ata siano necessariamente legate al Covid-19: “Ricordo che anche in passato dopo il Natale si sono registrate molte malattie ma questa situazione si affronta insieme e con la volontà di tutto”.
In ogni caso, Bianchi ha ribadito che per la ripresa delle lezioni in classe “la scuola è pronta”.
Poi è tornato dire che le nuove regole, introdotte con il decreto legge approvato dal CdM il 5 gennaio e poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale, sono state condivise da tutti i ministri.
“Sicuramente – ha sottolineato Bianchi – siamo preoccupati, come tutti, ma abbiamo approvato come Governo, all’unanimità, regole chiare precise e puntuali anche per quelle situazioni che richiedono la didattica a distanza ma il principio base è che si torna a scuola domani”.
Un ritorno che, però, nelle ultime ore hanno contestato anche gli studenti: la protesta ha preso il via, domenica 9, dagli studenti medi di Napoli, dove però le scuole, ad eccezione delle superiori, saranno chiuse per almeno due settimane per l’ordinanza del presidente De Luca del 7 gennaio.
La protesta si è però presto allargata: le consulte degli studenti degli istituti superiori delle province di Ancona e di Ascoli Piceno hanno proclamato lo sciopero.
“La nostra richiesta fatta in data 5 gennaio 2022 di avere uno screening con tampone gratuito per tutti i ragazzi delle superiori è stata ignorata dalla Regione – hanno detto rappresentanti -; le istituzioni non garantiscono un rientro in sicurezza per i ragazzi delle superiori che rischiano di aggravare la situazione dei contagi da Covid-19 che stanno aumentando vertiginosamente nel nostro territorio; chiediamo di essere dotati gratuitamente di mascherine FfpP2 gratuite come espresso dell’ultimo Decreto”.
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