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Ritorno a scuola, a settembre test per docenti, Ata e studenti. Il Ministero della Salute è deciso

Test sierologici per i lavoratori della scuola e molecolari per gli studenti. Lo ribadisce il Ministro della Salute Roberto Speranza.

Risulta ormai chiaro che l‘aspetto sanitario sarà inevitabilmente centrale in occasione del rientro a scuola: infatti, in questi giorni i sindacati insieme al Comitato tecnico scientifico stanno provando a costruire un protocollo di sicurezza che preveda una forte attenzione questi aspetti.

Ritorno a scuola: serve un monitoraggio costante

Per questo il Ministro della Salute insiste sui controlli per prevenire il contagio. Nel corso di un’intervista a La Repubblica, Speranza ha infatti precisato di aver proposto alle Regioni di introdurre un modello scolastico che preveda test sierologici sui lavoratori, molecolari sulla popolazione scolastica“. Insomma, per Speranza è necessario un “monitoraggio costante“.

Secondo Speranza bisogna  “ricostruire un rapporto organico tra scuola e sanità, recuperando il senso di una norma del 1961 che introduceva la medicina scolastica, superata negli anni ’90. Una relazione organica costante della prevenzione sanitaria con le scuole“.

Non solo test per i lavoratori e studenti: medici e psicologi a scuola

A proposito di medicina e scuola, c’è anche il dibattito legato al presidio medico da istituire in ogni istituto scolastico: dopo il primo incontro con il CTS, i sindacati hanno puntato proprio su questo tema, e sul fatto che venga affidata la responsabilità della presa in carico degli eventuali casi positivi alle ASL.

Anche Mario Rusconi, dell’ANP, chiede di “ripristinare la figura professionale del medico scolastico si rileverebbe fondamentale per una corretta gestione delle profilassi antivirus che dovranno essere messe in atto per evitare i contagi”.

In realtà in molti fanno notare che un solo medico in ogni scuola non sarebbe sufficiente, o meglio, non in tutte le scuole del territorio: magari un solo medico potrebbe andare bene per le piccole scuole di provincia che non abbiano una popolazione scolastica esagerata. Nel caso di istituti molto più numerosi, forse si dovrebbe rivedere il numero di professionisti medici da inserire nelle scuole.

Legato al tema del presidio medico c’è anche quello del presidio psicologico: ancora Rusconi sostiene infatti: “C’è da chiedersi quale sarà il supporto psicologico diffuso che troveranno i nostri ragazzi con il loro ritorno tra i banchi e dopo essere rimasti per tanto tempo chiusi in casa a seguire la didattica digitale. Per molti di loro si sono create situazioni emotive più o meno gravi da risolvere proprio con interventi di supporto di équipe psicopedagogica, che tra l’altro potrebbero essere di grande aiuto professionale per gli interventi formativi che dovranno mettere in cantiere i docenti, e offrendo anche supporto ai genitori che si troveranno ad affrontare atteggiamenti difficili di molti ragazzi”.

Non si tratta certo di idee dell’ultima ora: il dibattito scolastico degli ultimi anno aveva già posto temi del genere sul tavolo di confronto. Solo che adesso, con il ritorno a scuola che si avvicina, dopo la chiusura per covid, tutto assume un altro significato.

 

Fabrizio De Angelis

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