Le aule sono quello che sono (piccole). Le lezioni a settembre si potranno fare anche in spazi alternativi (palestre, cinema, teatri). Ma il Ministero pensa anche al problema del distanziamento. Come garantire il famoso metro di distanza fra gli studenti durante le lezioni? Semplice: si acquisteranno postazioni singole per tutti gli studenti.
A confermarlo è la Ministra Azzolina che, nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero, spiega: “Ci sono scuole che hanno locali dismessi – dice la ministra – ad esempio un’aula inagibile per problemi di manutenzione. Non è pensabile che a settembre sia ancora chiusa“.
Per i banchi, Azzolina prevede l’acquisto massiccio di postazioni singole “di ultima generazione“, meno ingombranti e soprattuto idonei per mantenere le distanze di sicurezza.
Il piano dovrebbe prevedere la figura di un commissario straordinario ad occuparsi degli acquisti.
In aiuto del Ministero, per quanto riguarda gli spazi, ci sarà “un software per dirci quanti metri quadrati abbiamo per ogni singola classe, auditorium o palestre. Siamo a circa il 76% dei dati che gli Enti Locali ci hanno fatto avere”. Con questo sistema si potrebbe risalire per comprendere la necessità delle scuole.
La Ministra aveva detto nei giorni scorsi che c’è solo “il 15% degli studenti da portare fuori dagli edifici scolastici“ ma se si considera anche la scuola secondaria di secondo grado, stiamo parlando del 15% di oltre 8 milioni di iscritti. Quindi gli alunni da “sistemare” in aule aggiuntive sono oltre un milione.
Come abbiamo avuto modo di proporre in un altro articolo, se si suddividono in gruppi-classi da 15 studenti, significa creare circa 70 mila nuove classi. Le quali verranno affidate personale docente e Ata aggiuntivo, con la possibilità di incrementare gli organici anche di 50 mila unità, ha detto sempre Azzolina.
Il problema, però, nasce dal fatto che per accogliere un milione di alunni servirebbero almeno 110-120 mila docenti in più. Quindi il triplo del limite di docenti in sovrappiù indicati dalla ministra, visto che nel “tetto” dei 50 mila indicati vi sono almeno 10 mila Ata, in prevalenza collaboratori scolastici addetti alla sanificazione e sorveglianza dei nuovi spazi.
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